Politics | Serata di informazione e solidarietà

Il grande terremoto in Nepal – un anno dopo

Di regola anche dopo grandi catastrofi da noi i riflettori dei media si spengono presto, l’attenzione pubblica svanisce. Nel caso del Nepal è un po’ diverso,
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siccome varie iniziative sudtirolesi si impegnano nella ricostruzione.

Il 25 aprile 2015 un sisma di 7,8 punti aveva colpito un’ampia area montana del Nepal centrale (L’Aquila 2009: 5,9 punti), causando quasi 9.000 vittime e distruggendo più di 600.000 case. Camminando a Nord di Kathmandu, nel Langtang e attorno a Gorkha si attraversa un villaggio dopo l’altro raso al suolo. Ora il paesaggio è dominato da innumerevoli baracche di fortuna, fatte con lamiera e legno. È stata fortuna nella sfortuna per gli abitanti che la terra fu scossa in un sabato a mezzogiorno, con la maggior parte della gente fuori casa. Inimmaginabile le dimensioni della catastrofe se l’epicentro fosse stato nella valle di Kathmandu densamente abitata. L’ospitalità e la gentilezza dei nepalesi di quei posti sono quelle di sempre, ma nelle facce dei bambini ora si leggono anche le tracce di quegli eventi dell'aprile 2015.

La ricostruzione un anno dopo stenta di partire. La pazienza di tre milioni di sfollati senza casa è messa a dura prova. Ai più fortunati il governo di Kathmandu ha erogato 200 dollari come aiuto immediato, una miseria. Il sostegno alla ricostruzione vera e propria non è ancora arrivato a causa della notoria inefficacia e incompetenza delle autorità statali. Mentre i paesi donatori già nel maggio 2015 avevano assicurato 4 miliardi $ di aiuti, il Nepal fino a marzo scorso è riuscito ad impegnare poco più di 1 miliardo in progetti concreti di ricostruzione. “Se andiamo avanti di questo passo,“ ha affermato lo stesso primo ministro Oli il 28 marzo nella capitale, “la ricostruzione richiederà decenni.”

È questo uno dei motivi principali per cui per anni il Nepal avrà bisogno dell’intervento diretto di tante ONG di solidarietà piccole e grandi, per sostenere gli sforzi autogestiti della popolazione nella ricostruzione di scuole, nella sistemazione dell’acqua potabile, riparazione di strade e siti religiosi, di aiuti diretti alle vittime. Fra queste ONG figurano anche mezza dozzina di associazioni della nostra provincia, come PRONEPAL  con sede a Merano. La stessa Provincia autonoma ha promesso di stanziare fondi per la costruzione di un centro di protezione civile a Kathmandu. PRONEPAL insieme all’UPAD di Merano stasera, 19.4., ore 18, inaugura la mostra “Namasté Nepal” con foto sulla Valle di Langtang, duramente  colpito dal sisma, presso il Centro di cultura Mairania in via Cavour 1 a Merano. Nello stesso centro giovedì, 21.4., ore 20.30 si invita ad una serata di informazione con testimonianze dirette, filmati e presentazioni su “Il grande terremoto. Un anno dopo.”