“Sudtirolo senza odio”?
“Forse la notte è finita e pur tra molte nuvole è tornato il sole” scrive un po’ ottimisticamente Sebastiano Vassalli nella nota introduttiva del suo libro che racconta un secolo vissuto all’insegna di una contraddizione o meglio un peccato originale. "Tutto nacque infatti - scrive l’autore della recensione del Corriere Francesco Cevasco - “a St. Germain-en-Laye laddove si doveva celebrare la festa per la fine della Prima Guerra Mondiale e la nascita della sua gemella, la Pace”. Ed invece decisione che il Sudtirolo sarebbe diventato terra italiana fece 'nascere' il protagonista metaforico del libro di Vassalli, e cioè l’odio.
Sono 32 anni che Vassalli segue le vicende altoatesine, cioè a partire da quando realizzò un ampio servizio giornalistico per la rivista “Panorama mese”. Due anni più tardi, nel 1985, scrisse un libro intitolato “Sangue e suolo” che fece molto discutere. A destra come a sinistra. Ma ormai sono passati trent’anni, come dicevamo. E ecco allora, un po’ ottimisticamente ancora, quali potrebbero essere oggi gli effetti del nuovo libro secondo l’autore della recensione de “Il confine”. pubblicata oggi sul Corriere della Sera (pagina 41).
“Questo illuminante libro nuovo farà capire agli incazzati italiani, che in Sudtirolo / Alto Adige sono ormai una minoranza ma non perseguitata, che i loro bisnonni o trionfi non si sono comportati bene, molti erano camice nere che manganellavano per imporre la loro, la nostra lingua, le nostre chiese, le nostre scuole, i nostri cartelli stradali, i nostri uffici pubblici dove si doveva parlare rigorosamente in lingua italiana. E farà capire anche ai loro vicini di casa austriaci che sono altrettanto stupidi a voler imporre una regola perversa che dice: ora comandiamo noi, siamo la maggioranza!”.
Naturalmente Salto attende ora con ansia le recensioni e i dibattito da parte dei suoi lettori, commentatori e blogger.