Environment | Le scelte altoatesine e la loro limitatezza concettuale nel nome di un purismo autarchico sciocco quanto dannoso.

(3) Green Mobility: chanches per la mobilità alternativa gettate al vento, perché?

Cerchiamo di capire come la Provincia di Bolzano ha fatto e stia facendo scelte singolari per i trasporti disattendendo le proprie stesse direttive del Piano Clima 2050.
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Se per l'idrogeno le cose stanno andando avanti senza lesinare risorse (ma ci si dimentica che la centrale di Bolzano ha una capacità dichiarata massima di rifornimento di 25 bus giornalieri) e per l’elettrico (cinque e-bus sono in progetto per una nuova linea a Bolzano per il centro tecnologico NOI), il terzo pilastro appare totalmente dimenticato (metano).

La conferma viene dalla scelta di optare per il gasolio per gli altri acquisti. Per Sad, che non ha risposto alle domande che ho posto qualche mese fa (ma non è una novità fin dai tempi dell’a.d. Maccioni nel 2011…), e per Libus (che ha confermato essenzialmente la scelta anche per la mancanza di punti di rifornimento di metano) e ora pure per Sasa (che non lo ha confermato ufficialmente ma lo si è letto di recente in una risposta ad un’interrogazione in Consiglio provinciale).

Certo un bel passo indietro (o di lato, se si preferisce) rispetto alla dichiarazione dell’ex Landeshauptmann Durnwalder del 2005 in cui preconizzava il passaggio totale a metano nelle città dal 2010 (!). Diciamo pure che abbiamo perso un decennio a rincorrere dietro a prospettive unilaterali “idrogenistiche” ed “elettriciste” che, l’ho già scritto, ci stanno letteralmente portando a sbattere contro un muro.

Ci sono altri aspetti che negli uffici provinciali e nel relativo consesso paiono non essere stati considerati. Vediamoli un po’.

Il biometano, chi è costui?

Un tema in sostanza mai affrontato, si afferma che la produzione sarebbe insufficiente per un’autosufficienza locale, solo che è un discorso di autarchia energetica che non sta in piedi. Ma si è fatto qualcosa per:

  1. Raccolta capillare del letame in provincia per trasformarlo in biogas e poi in biometano? Non mi risulta.

  2. Sfruttamento dei rifiuti organici per produrre, anche qui biogas e poi biometano? Zero, e mi chiedo come mai non lo si sia pensato almeno per la città di Bolzano… nessuna risposta in merito da parte di Ecocenter in merito.

  3. Sfruttamento delle acque reflue. Ad Oslo si annunciava già nel 2009 metà della flotta veniva rifornita di biometano prodotto dalle fogne, qui una dettagliata relazione del 2013 e un’illustrazione della centrale di produzione e liquefazione del biometano del 2014. Oppure parliamo di Valenton in Francia dove è partito un analogo sistema addirittura per produrre metano liquido per camion, e da noi?

  4. Sfruttamento del biogas prodotto dalle discariche, avviene all’estero e qui da noi? Risposte non pervenute a varie domande poste ai diversi soggetti che gestiscono discariche sul territorio provinciale.

Per completezza d’informazione debbo anche specificare che non hanno certo aiutato in questi ultimi anni i tentennamenti, i veti incrociati, gli “inciuci” più o meno palesi o sottotraccia a sfavore dell’immissione in rete del biometano e del suo utilizzo nei trasporti. Qui l’Italia sta scontando un enorme ritardo rispetto ad altri paesi europei, purtroppo.

E-gas, syngas, cioè metano “sintetico”

Si tratta di produrre metano dall’energia sfruttando quella rinnovabile. Come? Con un sistema che sfrutta l’energia in eccesso della rete e, tramite l’elettrolisi, produrre idrogeno a cui aggiungere CO2, per avere così metano praticamente puro. In Germania e negli altri paesi lo si immette nei metanodotti come stoccaggio. Qui, a titolo d’esempio, una descrizione dell’impianto tedesco di Werlte. Da noi? Nulla… certo non è tutto oro quello che luccica poiché la produzione è cara e, senza sussidi e incentivi pubblici, non se ne fa nulla.

Distribuzione del metano

Libus mi ha comunicato che, mancando una rete capillare di rifornimento decentrata, la scelta pro gasolio si spiega anche per tale motivo. Già, proprio la rete che la Provincia si ostina a definire non di competenza propria limitandosi a prevedere contributi per la realizzazione di punti di rifornimento rivelatisi però per gran parte inefficaci. La rete altoatesina è surclassata da quella del Tirolo (27 impianti aperti, di cui 2 in autostrada), anche se lì l’appeal dei veicoli a metano è assai appannato per via dei bassi prezzi dei carburanti tradizionali. Ma chi l’ha fatta la rete? Semplice, la Tigas, società controllata dalla Tiwag (la nostra attuale Alperia per intenderci), la Salzburg Ag e l’Omv.

Cosa è stato fatto in passato da Sel e da Aew? Lo sappiamo e l’ho scritto diverse volte: in concreto nulla, i vertici della prima sappiamo che erano “altrimenti affaccendati”, la Aew aveva un programma che è stato poi cassato per motivazioni a tutt’oggi ignote. Giusto per capire che senza gli input politici e strategici giusti e chiari, le aziende parapubbliche del settore se ne sono bellamente (ma anche legittimamente) infischiate. Peccato poi che questa rete insufficiente (12 impianti, 13 se aprirà finalmente Bolzano Nord) sia oggi motivo rilevante per la scelta pro-gasolio in periferia, anche nel campo dell’asporto dei rifiuti, come ho potuto rilevare, seppur parzialmente, dalla risposte datemi da alcune municipalizzate dove evidentemente non si è proprio pensato di transitare, come stanno facendo parecchie città europee, a mezzi a metano che, oltre ad essere più puliti (checché se ne dica in Provincia…) sono anche molto più silenziosi.

Anche da A22 stiamo attendendo di vedere realizzato un progetto di distributori di metano deliberato dal CdA ancora nel 2007 (!). Un solo impianto realizzato (Nogaredo Est), gli altri sono rimasti per strada ma tutti i punti di allaccio ai metanodotti, fondamentali per l’erogazione, sono già stati realizzati e per i quali A22 probabilmente paga già le relative tariffe. Tacendo sul fatto che non si è per nulla fatto alcun ragionamento sul metano liquido (GNL) che in brevissimo tempo ha conquistato l’attenzione, anche in Italia, per il trasporto pesante per il quale le soluzioni idrogeno o elettrico non esistono e non esisteranno (per evidenti limitazioni tecniche) ancora per anni e anni. Eppure A22 non ha lesinato nelle risorse quando ha costruito l’edificio per la centrale d’idrogeno di Bolzano Sud (5 milioni di Euro più altri 800mila per il distributore H2) e ho la netta sensazione che quella spesa abbia assorbito tutto il budget per i distributori di metano.

Un quadro sconfortante

Il perché si sia arrivati a questo quadro deprimente non lo so e spetterebbe ai vertici provinciali spiegare i tanti punti interrogativi in merito. Una cosa è sicura. Bastava e basta informarsi sul web, non è facile, ma ci si può raccapezzare e farsi un’idea. Rispetto anche solo a pochi anni fa, il panorama delle trazioni alternative si sta indirizzando su più binari. Solo che qui in Provincia di Bolzano ci si è ostinati a perseguire solo un obiettivo, quello dell’idrogeno e tutto il resto è stato non considerato. Una strategia per gran parte, lo si può dire senza timore di smentita, fallimentare. Forse vincente fra 10 (ne dubito seriamente), 20 (chissà, ma non ho la palla di cristallo) o 30 anni (non sono un mago…), ma oggi la si doveva abbinare anche ad altre soluzioni disponibili e non, come si è fatto, ignorarle dando spesso risposte imbarazzate e imbarazzanti ad interrogazioni in Consiglio provinciale.

Gasolio über alles, „Wir sind die Besten!“… davvero?

Così andremo avanti con sempre più bus a gasolio, auto a gasolio, mezzi asporto rifiuti a gasolio. “Wir sind die Besten!” … spiacente, ma se qualcuno ha il coraggio di affermarlo, prima gli consiglio di leggersi il paragrafetto del Piano Clima-Energia Alto Adige 2050, poi di riflettere su quanto NON è stato fatto nell’ultimo decennio per una mobilità sostenibile e rinnovabile pubblica, ma anche privata, che poteva essere perseguita anche con il metano ed il biometano visto che si tratta di una tecnologia matura e comunque “ponte” verso le altre.

Ora siamo qui a contare le occasioni perdute e i progetti mai sviluppati (ulteriore esempio, l’idrometano, lo utilizzeranno sui bus urbani in Abruzzo mentre a Bolzano grazie alla scelta pro-gasolio dei bus Sasa letteralmente ci “attacchiamo”). Davvero siamo davanti ad un “Scherbenhaufen” con il pannicello dell’idrogeno e di qualche auto (forse qualche bus) elettrico a fare da enorme foglia di fico di un fallimento di proporzioni gigantesche. Non ne vuole parlare nessuno, evidentemente va bene così, anche se il non confrontarsi non è un bell’esempio di trasparenza. D’altronde nell’ultimo decennio non c’è stato un solo dibattito pubblico né una conferenza sul tema. Vorrà pur dire qualcosa, no?

P.S. La Giunta Provinciale il 12 luglio ha deciso l'acquisto di nuovi mezzi per il Servizio Strade (comunicato in italiano e in tedesco, la delibera 790/2016 non è ad oggi disponibile...). Ebbene, nessuno sforzo di acquistare mezzi a trazione alternativa, metano in primis trattandosi, presumo, di mezzi pesanti come camion che ci sono, contrariamente a quanto affermato, ad esempio, dall'a.d. di A22, Pardatscher, in un intervento ad agosto 2015. Invece si parla solo di sostituzione con "mezzi Euro 6". Ben ci si guarda dal dire che saranno tutti a gasolio. Voluto o non voluto, si tratta della consueta "tattica" messa in moto in particolare da quando c'è stato lo scandalo che ha coinvolto la nota casa automobilistica di Wolfsburg e... da quando "qualcuno" ha cominciato a contestare queste scelte "puzzolistiche". Infatti, le parole "diesel" e "gasolio" sono praticamente scomparse. Ma si tratta, a ben vedere, solo di semplicistico maquillage linguistico per imbellettare scelte solo di comodità e di totale mancanza di strategia per le trazioni alternative.