Society | I dati

Bastano gli infermieri?

Mancano circa 47mila infermieri in Italia per garantire gli standard di sicurezza ed efficienza. Bolzano ancora “si difende”. La giunta approva un’unità per la ricerca.

Gli infermieri sono troppo pochi per garantire sicurezza ed efficienza dei servizi”, non è una fotografia rassicurante quella scattata dall’Ipasvi, la Federazione dei Collegi degli infermieri. Dall’analisi emerge infatti che in Italia mancano circa 47mila unità per raggiungere livelli accettabili. In cinque anni - fra il 2009 e il 2014 - se ne sono persi quasi 7.500 a causa di tagli alla spesa e blocchi del turn over. Chi invece lavora si è visto ridurre le retribuzioni in valore assoluto nei cinque anni di 70 euro, ma in termini di potere di acquisto almeno del 25%.

Se il quadro nel Paese è sconfortante, la Provincia di Bolzano, tuttavia, stando ai dati diffusi, se la cava discretamente. Nel 2014 il totale degli infermieri era di 3.076 con un +81 negli ultimi cinque anni. Per fare un raffronto la Campania ne ha persi 2.102, il Lazio 1.893, la Calabria 1.444, il Piemonte 644, l’Emilia Romagna 458. Il rapporto ottimale medici-infermieri sarebbe 1 a 3, la Provincia svetta con 3,3, mentre il numero di pazienti per ogni infermiere è di 10. Per quanto riguarda gli stipendi la media annuale per ogni infermiere è di 22mila euro ma in Provincia di Bolzano sale a 26.354 (in Trentino è di 22.432) per via di alcune indennità, ma principalmente per il patentino per il bilinguismo che viene retribuito e di un contratto che prevede un orario lavorativo maggiore: 38 ore settimanali rispetto alle 36 del Trentino.

A fine maggio scorso in Alto Adige sono stati sbloccati 120 posti per l'assistenza infermieristica con la seguente suddivisione dei posti: 79 per infermiere, 21 per operatore socio-sanitario, 6 per ostetrica, 5 per infermiere pediatrico, 4 per podologia, 2 per fisioterapia, 2 per ergoterapia, 1 per tecnico di neurofisiopatologia. Nel comprensorio di Bolzano, tuttavia la mancanza di personale è stata fermamente denunciata dagli infermieri e dal sindacato della Nursing up; lo scorso maggio, peraltro, il San Maurizio ha tagliato il plus-orario, le ore di lavoro aggiuntive che il personale infermieristico garantisce per sopperire alla carenza di manodopera. L’assessora Martha Stocker aveva quindi assicurato l’apertura entro l’anno della contrattazione di comparto per ridefinire il fondo per tutta l’Asl impegnandosi ad un confronto con il direttore generale dell’Asl Thomas Schael per trovare una soluzione che porti ad una equa redistribuzione del fondo, come riferito dalla Nursing Up.

Nel frattempo oggi, 19 luglio, il presidente della Provincia Arno Kompatscher ha annunciato l’istituzione di una specifica unità organizzativa per la ricerca clinica e assistenziale allo scopo di garantire in futuro anche un incremento qualitativo nell’assistenza ai pazienti. I compiti di tale unità riguarderanno la pianificazione, l’organizzazione, la regolamentazione, la valutazione e l’ottimizzazione dell’assistenza medica della popolazione. Il gruppo operativo si occuperà inoltre di promuovere e coordinare la ricerca clinica e assistenziale nell’intera struttura dell’Azienda sanitaria e armonizzare anche i progetti di ricerca già in corso. Fra gli incarichi dell’unità organizzativa ci sarà anche l’aggiornamento sistematico e permanente dell’attività di ricerca e innovazione nell’Azienda sanitaria provinciale e sarà rafforzata la collaborazione con la scuola provinciale superiore di sanità Claudiana. I posti necessari per la nuova unità organizzativa saranno messi a disposizione internamente nell’ambito della pianta organica già a disposizione. “L’obiettivo - ha detto Kompatscher - è quello di rendere più attrattivi gli impieghi per chi lavora nell’Azienda sanitaria, sia per i medici che per il personale, l’unità organizzativa potrà servire da spunto per impegnarsi anche nella ricerca”.