“Un patto per il potere d’acquisto”
Il divario tra stipendi e costo della vita è uno dei problemi più sentiti dalle famiglie in Alto Adige, come ha ricordato recentemente anche l’Afi-Ipl, l’istituto di promozione lavoratori. Le politiche sui redditi sono altresì al centro dell’agenda dei sindacati. Per questo la Cgil/Agb assieme alle altre sigle confederali ha lanciato alcune proposte con il “Patto per l’Alto Adige” che mirano a sostenere il valore reale delle retribuzioni, rafforzare l’economia locale di fronte alle sfide future e facilitare la vita della gente comune, anche attraverso le prestazioni sociali della provincia. Martedì 23 luglio le sigle confederali incontreranno assieme alle altre categorie economiche Arno Kompatscher e la Giunta provinciale proprio per parlare di politica dei redditi e di futuro della nostra terra.
L’intento della Cgil/Agb è dare un contributo a quel “Patto per l’Alto Adige” proposto dalle Confederazioni. Alfred Ebner, componente della segreteria provinciale, parte ancora una volta dal confronto tra le parti sociali. “Se finalmente possiamo parlare di partenariato sociale ben venga, ma non si utilizzi il concetto in modo improprio. E la Provincia che dice che bisogna aumentare i salari fa bene, ricordo però che ha di fronte un’occasione per dare subito il buon esempio: il rinnovo dei contratti pubblici” afferma il segretario confederale.
Il problema è noto: la tenuta delle retribuzioni in Alto Adige, territorio in crescita ma dove l’inflazione è maggiore che nel resto d’Italia, è particolarmente a rischio. Solo nel 2017 sul 2016 l’Afi-Ipl ha segnalato una caduta del peso reale del 3,5%. Non è poco, se si considera che la tendenza non si arresta da anni. Ecco perché il sindacato guarda nello specifico al livello degli stipendi, ma anche al contesto, come ai prezzi dei beni di prima necessità, della casa, dei servizi.
“Il nostro obiettivo è trovare un patto per salvare i redditi e il potere d’acquisto di tantissime persone nella nostra provincia” spiega Ebner. “Non conta solo avere 100 euro in più in busta paga - certo, sono importanti - ma ciò che con quel denaro puoi acquistare. Non vogliamo tornare ai meccanismi degli anni Ottanta, dove la busta paga rincorreva l’inflazione e dove i redditi fissi erano sempre perdenti”.
Il patto deve servire, prosegue il segretario confederale, alla contrattazione integrativa nei diversi settori economici: “Dobbiamo creare un accordo quadro nel quale le nostre categorie possono muoversi per spuntare salari migliori. Se la Provincia parla di incentivi Irap per chi garantisce salari più alti va bene, ma solo a chi applica i contratti di settore firmati dalle sigle rappresentative e dopo la stipula di un contratto integrativo. Ma se la casa, che già adesso brucia una buona parte del reddito, aumenta, siamo daccapo”. La politica dei redditi va allora allargata anche al fisco locale, all’edilizia abitativa con la riforma di settore e a tutte le forme di prestazioni economiche sociali, che comunque migliorano il reddito.
Un punto ulteriore concerne il welfare aziendale. “A nostro avviso va finalizzato meglio - precisa Ebner -. Le partite di golf o di tennis non sono proprio il welfare come lo intendo io. Le prestazioni sanitarie o sociali che servono alle famiglie sono qualcosa di diverso. Dobbiamo discuterne”.
Lo sguardo del sindacato è d’insieme. “Il salario è la prima urgenza - continua il sindacalista - ma occorre potenziare i sostegni economici, sociali, per la formazione. Un patto che tenga conto di tutto questo può garantire lo sviluppo futuro del territorio e il benessere dei cittadini, mitigando le disuguaglianze che stanno già crescendo oltremodo”.
Serve infine un’intesa preliminare sul metodo: “Sindacati, datori di lavoro e politica devono guardarsi in faccia e discutere con profitto - ragiona il rappresentante della Cgil/Agb -. Ma proprio la politica deve agevolare le trattative tra le parti sociali. Non si deve invece sostituire al confronto tra sindacati e imprenditori. Sarebbe sbagliato”, avverte Ebner, che conclude: “Se Kompatscher avrà delle buone proposte le ascolteremo. È tempo di fornire risultati: la gente vuole vedere qualche euro in più in busta paga”.