Chronicle | Dal blog di Alessandra Abbona

Messico e nuvole. E Alpi.

Trovarsi - un po' spiazzati - circondati da mariachi in pieno festival messicano nelle Alpi dell'Alta Provenza.
Non si tratta di un appuntamento di world music, ma di un legame tra valle dell'Ubaye e il Messico, quando a partire dal 1840 migliaia di montanari francesi presero la via dell'emigrazione - rivelatasi molto fortunata - per il Centro America.
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Foto: Screenshot Video auf Reddit r/deutsche_slam

Pochi chilometri dopo il confine tra Italia e Francia, scendendo dal colle della Maddalena (siamo sempre in provincia di Cuneo), nel primo punto in cui la valle dell'Ubaye si allarga, sorge il piccolo centro di Barcelonnette.

Barcilouna en Provenço, recita il cartello bilingue che rivendica l'identità linguistica occitano-provenzale.
Cartello che invece dovrebbe parlare in spagnolo, perchè questa cittadina accoglie il visitatore con un bel viale alberato costellato di sontuose ville "mexicaines", una avenue Porfirio Diaz e un parc de la Puebla.
E se ci capitate la settimana di Ferragosto come è successo a me, vi troverete catapultati in vivaci festeggiamenti messicani e vi imbatterete in corposi gruppi di mariachi con giubetti attillati e ricamati che si aggirano per le vie del centro storico.

A dirla tutta fa un po' effetto trovarsi la sera sulla piazza principale, sovrastata dalle cime alpine incombenti, piena di trombe e chitarre e voci squillanti che cantano "Cielito lindo". E ovviamente ogni locale della città offre un menù con suggestioni messicane, per non parlare di quello che propongono i negozi con vari souvenir.

Ora, la storia del legame tra Barcelonnette e il Messico risale agli anni Venti dell'Ottocento, quando gli intraprendenti fratelli Arnaud migrarono dapprima in Louisiana e poi si spostarono in Messico, dove fecero fortuna con un fiorente commercio di tessuti.
La produzione e il commercio di lana e seta era una caratteristica degli abitanti della valle dell'Ubaye, che già viaggiavano tra Francia, Italia e altre nazioni europee per vendere i loro prodotti.
E fecero lo stesso in Messico, installandosi a partire dal 1840, sulla scia degli ormai ricchi e influenti fratelli Arnaud, e diventando i principali imprenditori del settore tessile del paese.
Molti di loro, grazie alle loro fortune, tra la fine del 1800 e gli anni Trenta del Novecento, tornarono in valle - chi in modo definitivo, chi invece per vacanza - e iniziarono a fare sfoggio del loro benessere costruendo una serie di ville in stile messicano.
Queste abitazioni oggi sono ancora ben visibili, alcune sono diventate un museo e sono visitabili, altre sono diventate hotel.
La cittadina di Barcelonnette è molto curata, piuttosto vivace nonostante le piccole dimensioni (neppure 3000 abitanti), e beneficia di un turismo costante in estate (si trova a ridosso del Parco nazionale del Mercantour) e in inverno (grazie alle stazioni sciiistiche dei dintorni).
Noi, dopo esserci divertiti con la musica dei Mariachi Real de Cocula, provenienti dallo stato di Jalisco, abbiamo deciso di provare il ristorante Adelita (che prende il nome dalle adelitas, le donne combattenti messicane della Rivoluzione).
Una giovane coppia francese, appassionata della storia peculiare della migrazione dei "Barcelonnettes" (così vennero chiamati in Messico i francesi dell'Ubaye), ha infatti messo su questo piccolo ristorante che serve ottimi piatti messicani.
Invece di una tartiflette o di una fondue di St. Marcelin, ci siamo sbafati ottime enchiladas, nopalitos e fajitas.
E devo dire che Messico ed Alpi, almeno in tavola, vanno proprio d'accordo.