Society | Profughi

“Wie kann ich helfen?”

L'integrazione che funziona: l'esempio della Germania. Decine di progetti su tutto il territorio e un sito a disposizione dei cittadini che vogliono dare una mano.

In Baviera arrivano ogni giorno 250 rifugiati. In Germania nel 2015 è previsto che giungeranno tra le 650 e le 750 mila richieste di asilo (contro le 450mila che erano attese) “quasi il doppio del massimo mai registrato nella Repubblica Federale, nel 1992, quando i migranti economici dell’ex blocco sovietico si precipitavano in massa nell’eldorado tedesco”, come riporta il quotidiano La Stampa. In Germania, come in Italia - e nello specifico nel nostro Alto Adige - l’ondata migratoria è un fenomeno che attira trasversalmente, come carta moschicida, preoccupazioni e polemiche. Allo stesso modo cittadini volenterosi vogliono fare la loro parte. Come riescono ad organizzarsi per dare un contributo attivo alla causa? Una delle risposte la offre il sito tedesco "Wie kann ich helfen?" dove gli utenti, che vogliono dare concretamente una mano, pongono domande come “posso insegnare tedesco ai migranti anche se non sono un professore?”, “a chi mi devo rivolgere per ospitare una famiglia di migranti?”, “ci sono minori che hanno bisogno di aiuto per l’assistenza sanitaria?”.

In tutto il territorio federale, del resto, si costruiscono decine di progetti a favore dei migranti con il sostegno di istituzioni, onlus di zona, grandi organizzazioni come Croce Rossa, Save The Children, Unicef. L’integrazione, per dirla con Ernesto Galli Della Loggia, è “l’unica via per rendere compatibili l’immigrazione e la democrazia”. Una lezione di accoglienza in questo senso arriva ancora dalla Germania. In Baviera un gruppo di aziende di Erlangen garantisce l’accesso internet gratuito agli stranieri in alcuni caffè perché questi restino in contatto con le loro famiglie; a Rostock, l’associazione “Ti ricordi il 1945?” ha messo insieme una rete di aiuti e sostegno per armeni, afgani ed eritrei finalizzata all’inserimento nel mondo del lavoro; a Gottinga ci sono 80 "Giardini Internazionali" per l’interscambio con mediatori culturali e altri 60 sono in fase di realizzazione. E questi non sono che alcuni esempi di questa diffusa politica di solidarietà, in numerose città, infatti, si lavora sull’integrazione soprattutto attraverso la richiesta di manodopera specializzata. Una lezione, si diceva, che con un po’ di lungimiranza, potrebbe essere utile a tutti.

Un primo passo importante, l’invito di Galli Della Loggia all’integrazione. Quello successivo sarebbe vedere l’inclusione come “l’unica via per rendere compatibili l’immigrazione e la democrazia”.

Wed, 08/19/2015 - 19:58 Permalink