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Foto: F. Marcotto
Society | Finferli e nuvole

Krautwalsch is magic

Lungo la Vecia Ferovia in Bassa Atesina dove “gli Schützen, quelli veri, aiutati dai scizzeri de Trent, hanno coperto i nomi tedeschi: fantasia al potere, Realpolitik”.

Questa settimana Oswald Stimpfl ci porta a malga Cislon. Noi lo raggiungiamo in bicicletta. Sulla Vecia Ferovia. Tre orette tra andata e ritorno. Un itinerario fantastico, lungo il percorso della storica Fleimstalbahn, da Ora a San Lugano. Pendenza regolare e minima, 3-4%.  Si parte dal cimitero della chiesa di San Pietro, a sud del paese. Anzi, dalla lapide che ricorda i prigionieri russi che la ferrovia l'hanno costruita, tra il 1917 e il 1918. C'era, allora, la monarchia austroungarica.

Non vi annoierò con informazioni storiche e tecniche, si trova tutto in internet. Dopo 500 metri svoltiamo a sinistra e si inizia a salire. Il biotopo di Castelfeder, l'incredibile viadotto di Gleno, il primo tunnel, il secondo, il castello di Enna, la SS 48 e quindi la stazione di Doladizza.

Ve lo dico io che si chiama così perché voi il nome non lo potete leggere. Gli Schützen hanno sovrapposto a quello storico il cartello “100 Jahre Fleimstalbahn. Bahnhof Kalditsch”. Lato sud e lato est.

Nello strenuo tentativo di evitare la totale tolomeizzazione del Sudtirolo (l'uomo abitava tra il resto poco lontano, proprio a Gleno) e di preservare qualche goccia di DNA, quello giusto, hanno lasciato solo Kalditsch. Sfigatissimo, Ettore, gli hanno cancellato un nome che non suonava nemmeno troppo male e pure dietro la porta di casa...

Interpellata a proposito dal quotidiano Alto Adige, la sindaca di Montagna Monika Hilber Delvai ha detto che ne sa poco, che comunque ai festeggiamenti c'erano anche quelli di Trento e che quindi è tutto ok! Chissà se gh'era anca i scizzeri de Kronmetz!? O quei de Rofreit...e la Kompania de la Fleimstol? Questo è tuttavia un particolare risibile. Quello che importa è che se gh'era anca i trentini allora l'intervento privato sull'edificio pubblico-storico è legittimo. L'è tütt a posto. Questa sì che è una logica inoppugnabile!!

 

 

Ma nel frattempo, siamo ai giorni nostri, gli Schützen, (quelli veri, quei todeschi, no i scizzeri mati de Trent) presi da un apparente attacco di schizofrenia, hanno iniziato a coprire i nomi tedeschi della toponomastica bilingue. E dov'è che i gà scominzià? Proprio a Salorno, di sicuro il paese più trentino del Sutirolo!!! I gà canzelà Salurn!! Dico apparente, l'attacco, perché in realtà, secondo mi, è un sentito grazie per l'appoggio dato dai welschtirolesi un anno prima a Doladizza. Voi ci avete aiutato a cancellare i nomi taliani, noi vi aiutiamo a cancellare i nomi todeschi. Questa è pura fantasia al potere! Questa è la Realpolitik del futuro!

E allora fohrmr weiter! Un bel tunnel in galleria e inizia il tratto più bello della Vecia Ferovia, quello dentro il bosco, un portico vegetale sotto i rami di latifoglie risparmiati da Vaia. Si arriva a Pausa. Rinominarla Pause sarebbe stato troppo e allora, per il momento, è rimasta Pausa. Sopra la vecchia stazione, sotto l'albergo. Vecchia locanda e osteria, stazione di posta e vera e propria dogana con tariffe dettagliate: 2 fiorini l'asino, 6 fiorini i carretti, 1 la mucca. Mario Adorf, Ugo Tognazzi e Wilhelm Egger (Bischof) tra gli ospiti illustri.

Poi Fontanefredde, dove strapiomba una massicciata in pietra colossale, e finalmente San Lugano. Per desnar consiglio la trattoria Genzianella. Buone specialità trentine come carne salada e strangolapreti. Schiava (trentina) da dimenticare e Teroldego per chi non ha moltre pretese. Usciamo, inforchiamo il ciclo ed eccoci davanti al vero clou della giornata: “Vecia Stazion”. Così recita il cartello della colonia estiva gestito dalla katholische Jungschar e per 300 mt ancora in pieno territorio suttirolo. Magica Jungschar! Voglio tornare da voi (ci ho fatto alcuni mesi di servizio civile), datemi anche solo una cuccetta in uno dei vostri vagoni-camerata, anche solo per una notte!

E adesso giù in discesa. A Fontanefredde si gira a sinistra e si raggiunge  Trodena. La Cislon è lì, poco sopra. Un saluto a Stimpfl e poi giù per la discesa adrenalinica attraverso Mühlen, Glen, Matan fino a Auer. Vecia stazion anca lì: ci siamo divertiti un casino.

  

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Paolo Carbone Tue, 08/20/2019 - 08:34

Bellissimo articolo...mi sono proprio divertito!!! Un bel modo per raccontare le baggianate di Schützen veri e soprattutto dei loro ridicoli emuli del Welschtirol!!!

Tue, 08/20/2019 - 08:34 Permalink