Köllensperger dopo il primo round
Un Team K senza K non è un’opzione praticabile. Dopo le dovute valutazioni è questa in sostanza la conclusione tratta dal direttivo del partito riunitosi ieri, 18 agosto, per discutere le conseguenze politiche dell’“affare bonus Covid”, l’ondata di piena che ha travolto il capo della prima forza di opposizione in consiglio provinciale, Paul Köllensperger - “reo” di aver richiesto (e poi restituito con scuse annesse) i 600 euro di sussidio (moltiplicati per due) per i detentori di partite Iva -, e il suo partito. Attraverso un comunicato stampa il consiglio del Team K fa sapere di essere “giunto a maggioranza alla convinzione che Paul Köllensperger debba rimanere in consiglio provinciale. Il direttivo ha anche deciso all’unanimità di confermare Paul quale presidente del movimento”. E ancora: “Siamo rimasti esterrefatti dalla diffamazione personale a danno della sua persona sui social media e non possiamo che condannare profondamente questi atteggiamenti”. Chiara è dunque la volontà del direttivo di confermare il proprio leader nei suoi ruoli. Simul stabunt vel simul cadent, dicevano i latini, “insieme staranno oppure insieme cadranno” (fatta eccezione per il “disertore” Joseph Unterholzner), parrebbe essere la via scelta dal gruppo. Imprudente, del resto, avendo soppesato tutti gli aspetti della faccenda, rischiare le rendite di posizione del partito. “Sono gli elettori che devono esprimere il giudizio sulla qualità del lavoro di un politico”, dicono i vertici del Team K. E sotto la superficie c’è dell’altro.
Le penitenze
Sulla vicenda non è ancora stata pronunciata l’ultima parola. Resta infatti aperta la discussione con la base del partito, richiesta dallo stesso Köllensperger, per testarne gli umori e i malumori. Sarà dunque convocata nella prima settimana di settembre un’assemblea generale affinché tutti i membri del Team possano esprimersi sia in merito al ruolo di Köllensperger in consiglio provinciale sia all’interno del movimento. Secondo le informazioni raccolte da salto.bz due sono le ipotesi sul tavolo in termini di “ammenda”: la prima riguarda le dimissioni di Köllensperger da capogruppo del Team K nell’aula di piazza Magnago, evenienza che andrà discussa fra i 5 consiglieri provinciali rimasti; e l’altra, da esaminare con la base del partito, concerne una cospicua donazione in denaro, da parte del Team e di Köllensperger, per un progetto socialmente utile.
Ricucire lo strappo
Il clima all’interno del gruppo resta teso. E la defezione di Unterholzner - che comunque resterà in consiglio provinciale - non ha certo facilitato le cose, osserva Francesca Schir, vicepresidente del Team K. “La sua decisione e il tempismo con cui è stata presa hanno messo ancora più in difficoltà il partito che già doveva affrontare una questione estremamente delicata di cui non abbiamo mai sottovalutato la gravità. Il fatto è che non abbiamo dubitato dell’integrità di Paul - che ha ammesso il grave errore commesso senza cercare giustificazioni - ma questo è il lato umano della vicenda. Poi c’è quello politico su cui siamo chiamati a confrontarci”.
E la presa di coscienza è tale da condurre a rivalutare lo status quo e affidarsi a nuove visioni, riconoscendo che c’è un prima e un dopo: “Se anche il partito esce indebolito da tutta questa storia affronteremo la crisi in maniera propositiva - dice Schir a salto.bz -. È evidente che Paul sia un punto di riferimento importante, senza di lui non avremmo mai raggiunto quel clamoroso risultato alle elezioni provinciali ottenendo ben 6 consiglieri. Ma se finora il nostro leader è stato l’unico perno attorno a cui far girare questo progetto comune dobbiamo fare in modo che la nostra forza politica sia rappresentata non solo da Paul ma anche dai territori, dalle persone che li compongono, dai portatori di quei valori che prescindono dal singolo ma che afferiscono alla comunità-partito”.
Infine, riguardo i possibili risvolti del caso bonus coronavirus sulle prossime elezioni comunali (conquistare gli indecisi ora diventa potenzialmente un’impresa) che vedono candidata a Merano, come capolista del Team K, anche la consigliera uscente Schir l’opinione è netta: “Siamo membri di un partito, certo, ma ognuno costruisce la sua storia politica personale attraverso il proprio operato - sottolinea la vicepresidente del Team K -, perciò anche se c’è il timore che quanto accaduto ci danneggi spero che il lavoro fatto in questi anni non venga vanificato né cancellato con un colpo di spugna”.