Chronicle | Il caso

Quarantene altoatesine che fanno notizia

Di test “dubbi”, quarantene e modus operandi della Asl. La storia personale raccontata su salto.bz da Christoph Franceschini finisce in Germania, su Focus online.
Quarantena
Foto: Unsplash

Si parla di salto.bz in Germania. O meglio: la vicenda personale accaduta a Christoph Franceschini e da lui raccontata nell’articolo “Hausarrest auf Anruf uscito sabato scorso sul nostro portale è finita sulla versione online del periodico tedesco Focus. La testata ha riportato l’episodio, insieme a quello dell’impiegata sudtirolese Karin Adami, per porre l’accento sul modus operandi dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige che “finora ha messo in quarantena quasi 900 cittadini, anche se nessuno di loro è risultato positivo al coronavirus” e sulle conseguenze legali annunciate da alcuni interessati.

Diverse, peraltro, sono le testimonianze arrivate nel frattempo a salto.bz simili all’esperienza vissuta da Franceschini e dalla sua famiglia, messi in quarantena per 14 giorni, e più precisamente in una condizione di “una (non meglio definita) ‘permanenza domiciliare fiduciaria’”. In breve: la figlia ventiduenne del giornalista, in quanto responsabile degli scout, aveva in programma di recarsi in un campo estivo ad Appiano insieme a una settantina di bambini. A tal proposito si rende necessario sottoporsi a un tampone che darà esito “dubbio”. La ragazza è in ottima salute, niente febbre, tosse, né altro. Nemmeno il resto della famiglia presenta alcun sintomo. L’Asl impone quindi i 14 giorni di quarantena, tramite telefonata e conseguenti e-mail (con annesso ritardo di recapito per alcuni membri della famiglia) che recano l’informativa ufficiale riguardo l’isolamento fiduciario, ma le rispettive lettere raccomandate in base alle quali la disposizione diventa vincolante a norma di legge giungeranno a destinazione degli interessati solo diversi giorni più tardi.

Dopo vari botta e risposta con la Asl la situazione si “risolve” con un ulteriore tampone a cui si sottopone la figlia di Franceschini e che sarà fatto analizzare in Austria. Risultato: negativo. “Avendo ancora molto ben presente il destino di una nostra amica, Karin Adami, che ha trascorso ben 62 giorni in quarantena forzata con un risultato ‘dubbio’, malgrado nessun caso positivo nella sua famiglia composta di cinque persone, ci siamo opposti al tampone, esibendo un comportamento in perfetta conformità di legge”, scrive il giornalista di salto.bz annunciando dunque azioni contro questo “arbitrario modo di procedere” della Asl. Sporgerà infatti denuncia alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bolzano.