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Gare d'appalto, rischio caos

Il Governo impugna una norma della Provincia sugli appalti pubblici. Il senatore Durnwalder (SVP): “Serve un chiarimento rapido, modificando la disposizione provinciale o statale”.
Baustelle
Foto: Othmar Seehauser
  • Una delle disposizioni sugli appalti pubblici contenute nella legge “Omnibus”, approvata lo scorso luglio dal Consiglio provinciale di Bolzano, è stata impugnata lunedì scorso (17 settembre) dal Consiglio dei Ministri. Si tratta della seconda impugnazione in questa legislatura. Secondo la legge provinciale, il rispetto delle prescrizioni in materia di salute, sicurezza sui luoghi di lavoro e costo della mano d’opera dev’essere accertato unicamente per il concorrente collocatosi prima in graduatoria (ovvero il vincitore di una gara d’appalto), mentre secondo il nuovo codice statale degli appalti la verifica è prevista per tutti i concorrenti. Roma ritiene perciò che tale controllo debba essere effettuato su tutte le offerte presentate dai partecipanti alle gare d'appalto pubbliche.

  • Il senatore della SVP, Meinhard Durnwalder: "La soluzione della Provincia è più snella ma serve certezza del diritto". Foto: Seehauserfoto

    “Mi rendo conto che burocraticamente la soluzione della Provincia è più snella” sottolinea il senatore della SVP Meinhard Durnwalder, “e pure il nuovo codice degli appalti pubblici che abbiamo varato in Parlamento nel 2023 magari potrebbe essere rivisto in qualche parte a breve o medio termine — perché mi pare che nelle sedi statali abbiano capito qual era il ragionamento che stava dietro alle valutazioni della Provincia”. Ma — questa la grande preoccupazione del senatore — le nostre pubbliche amministrazioni stanno continuando a fare le gare d'appalto con queste regole”.

  • Finché la legge provinciale non viene dichiarata costituzionalmente illegittima, infatti, essa è in vigore e “c'è il pericolo di ricorsi da parte dei secondi classificati che mettano in dubbio il bando. Se la sentenza della Corte interviene fra un anno, quelle del Tar e del Consiglio di Stato fra 3, 4, 5 anni… c’è chi ha svolto un bando su una norma che potrebbe essere dichiarata costituzionalmente illegittima”, avverte Durnwalder. “Serve un chiarimento rapido con il Governo sul punto, modificando la disposizione statale o di quella provinciale”. E serve certezza del diritto: le stazioni appaltanti hanno ora il problema dell'applicazione della norma. Quale scegliere? “Più garantista è la normativa statale. Essa prevede una valutazione complessiva, un filtro per accertare se qualche concorrente abbia presentato un'offerta anomala, se c’è chi vuole risparmiare su determinate posizioni”.

    “Sarà più facile ovviare a livello provinciale”, ammette infine il senatore. Sull’atteggiamento del Governo, Durnwalder resta comunque ottimista: “Abbiamo vissuto tempi peggiori. Il Ministro Roberto Calderoli è sempre stato sensibile alle Autonomie, perciò le impugnazioni sono abbastanza limitate e lui cerca di evitarle. Su sua stessa iniziativa è stato deliberato dal Consiglio dei Ministri un memorandum che prevede espressamente un confronto preventivo Stato-Regioni e Province Autonome prima di un'eventuale impugnazione. Spesso con questo meccanismo si riescono a risolvere contrasti”. Ma non questa volta.