Iniezioni (moderate) di fiducia
Riprende slancio il mercato del lavoro in Alto Adige; secondo il Barometro autunnale dell’AFI-IPL, nell’ultimo semestre il numero di lavoratori dipendenti è aumentato del +2,4% e il tasso di disoccupazione ufficiale è sceso al 3,7%. Propositivo il 18% dei lavoratori dipendenti che si è attivato almeno una volta per cercare un nuovo lavoro e al contempo si riduce la preoccupazione di trovare un posto di lavoro equivalente, qualora la situazione lo richiedesse. Di contro, tuttavia, il proprio posto di lavoro viene percepito un po’ meno sicuro di quanto rilevato nelle indagini precedenti. “Aumentano i posti di lavoro, ma non i salari”, è la lettura del direttore IPL Stefan Perini, del resto, come rilevato recentemente dall’ASTAT, le retribuzioni dei dipendenti nel settore privato nel periodo 2009-2014 sono diminuite mediamente del -2,8% in termini reali. “L’economia altoatesina più che un problema di crescita, ha un problema di distribuzione”, osserva Perini. A fargli eco Toni Serafini, presidente IPL: “A fronte della tenuta dell’economia e ora di una ripresa, constatiamo invece una riduzione in termini reali di stipendi e salari in molti settori. Bisogna cambiare”.
Lo scenario internazionale, si legge nella nota, è stato tutt’altro che favorevole, malgrado ciò l’economia altoatesina è ritornata in salute: si è visto un ritorno alla normalità in importanti settori quali l’edilizia, una ristabilita situazione di piena occupazione e una pronunciata stabilità congiunturale in molti altri comparti dell’economia. Per il 2017 l’IPL prevede un aumento del tasso di crescita per l’economia altoatesina pari al +1,4%. Soddisfazione è stata espressa dall’assessora Martha Stocker: “Il mercato del lavoro è in ripresa: lo scorso semestre sono stati creati molti nuovi posti di lavoro, tuttavia dobbiamo rimanere realisti e non illuderci che si prosegua a questi ritmi: l’offerta di forza lavoro inizia a scarseggiare e dai prossimi mesi dovremo abituarci a tassi di crescita più contenuti”. “Oltre a nuovi posti di lavoro - dichiara infine l’assessora - anche l’aumento degli stipendi favorisce un clima di lavoro positivo, ma su questo fronte per i lavoratori dipendenti ad oggi non si è riscontrato ancora alcun miglioramento”.
Nel confronto europeo, in merito alla formazione professionale, l’Alto Adige non brilla anche se occorre tenere conto del differente accesso a questo tipo di attività in Provincia. Chi lavora nel settore pubblico ha più possibilità rispetto al privato, i collaboratori con contratto a tempo indeterminato più di quelli a tempo determinato, quelli a tempo pieno più dei part time e gli uomini più delle donne. Il 71% dei lavoratori dipendenti negli ultimi 12 mesi ha partecipato ad almeno una iniziativa formativa. Da notare inoltre un altro fattore: aumenta il gap tra competenze possedute e competenze necessarie rispetto agli anni passati, poiché una crescente parte dei lavoratori si ritiene o sovraqualificata o sottoqualificata.