Politics | Merano

Il compromesso di Rösch

Una coalizione formata dalle liste alleate del sindaco, Svp, Alleanza, Civica e Pd è la proposta per il nuovo esecutivo. Che sia la volta buona?
Paul Rösch
Foto: Stadtgemeinde Meran

Fra rivendicazioni, toni muscolari, strategie e stalli nei negoziati, con lo spettro del commissariamento che si sfrega le mani sullo sfondo, Merano attende ancora la nascita di una maggioranza in consiglio comunale dopo la vittoria al ballottaggio di Paul Rösch con un margine di appena 37 voti sullo sfidante di Alleanza per Merano e La Civica per Merano Dario Dal Medico. Il sindaco riconfermato prova a vincerla con le armi della politica: la trattativa, la mediazione, il compromesso e avanza una proposta, una coalizione formata dalle liste che sostengono il primo cittadino, ovvero Lista Rösch/Verdi, Team K e Sinistra ecosociale (in tutto 10 seggi) e da Svp (8 seggi), Alleanza per Merano (5), Civica per Merano (3) e Pd (2). Una maggioranza composta da 28 consiglieri. “Se grande coalizione deve essere, allora che sia con il Partito democratico, ho sottoposto oggi la proposta alla Svp, ad Alleanza per Merano e alla Civica. Da una parte la soluzione prende atto della volontà di queste tre forze politiche di governare insieme, e dall’altra tiene conto dell’esito delle elezioni e delle più fondamentali regole della democrazia”, sostiene Rösch.

Se grande coalizione deve essere, allora che sia con il Partito democratico

Tutti contenti?

 

Secondo il sindaco quella prospettata è una situazione “win-win”, che porterebbe con sé anche un altro risultato: assicurare la rappresentanza femminile, con Madeleine Rohrer (imprescindibile un posto per lei nell’esecutivo, dice Rösch) e Daniela Rossi, che hanno ottenuto il maggior numero di voti nei loro partiti, rispettivamente Lista Rösch/Verdi e Partito democratico. Nei gruppi consiliari di Svp e liste civiche italiane non sono del resto presenti donne. “Infine - aggiunge - la composizione del nuovo esecutivo da me proposta rispetterebbe la proporzionale etnica, condizione che senza il coinvolgimento del Pd non sarebbe invece data”.

Nel governo che presiede, il sindaco eletto non può trovarsi in minoranza

Bocciata quindi l’ipotesi, firmata da Svp e liste civiche italiane, di formare una coalizione costituita dai tre blocchi Rösch/Verdi, Stella alpina, Alleanza e Civica. “Nel governo che presiede, il sindaco eletto non può trovarsi in minoranza”, ha rivendicato Rösch sottolineando che una coalizione a tre blocchi “per me è accettabile solo a condizione che anche il gruppo di liste che mi sostengono venga egualmente considerato un blocco, alla pari delle liste civiche italiane, e che venga coinvolto pure il Pd, che mi ha sostenuto al ballottaggio”.

 

Orizzonte giunta

 

Secondo i piani dunque la giunta sarebbe così composta: sindaco e sei assessori, e nello specifico due assessorati alle liste che sostengono il sindaco, due assessorati alle liste civiche italiane, un assessorato alla Svp (anche per motivi di rappresentanza etnica), e un assessorato al Pd. “Non sarei a priori contrario ad ‘allargare’ la giunta da sei a sette assessori/e, qualora un partito di coalizione lo richiedesse. Tuttavia occorre tener conto che così facendo andrebbero a modificarsi, a svantaggio del gruppo italiano, gli equilibri etnici così come risultano dalla composizione del nuovo consiglio. Non saremo noi a presentare una proposta in tal senso”, ha chiarito Rösch il quale ha evidenziato che per quel che riguarda le nomine degli assessori, all’interno del gruppo verranno incaricate le persone che hanno preso più voti: Madeleine Rohrer e il vicesindaco uscente Andrea Rossi. La palla passa ora agli eventuali, futuri alleati.