"I Comuni facciano rete"
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“Posso comprendere la frustrazione dei referenti per l’integrazione che conoscono da anni le vie per una migliore inclusione e che non riescono a implementarle per mancanza di volontà politica. Personalmente ho trovato sostegno e forza, la scorsa consigliatura come questa, nella ampia rete solidale del territorio - davvero una grande rete a Bolzano, tra associazioni, volontari, consulta, comunità straniere che lavorano insieme per una società che sarà sempre più multiculturale e che deve rimanere inclusiva”. Commenta così lo studio Eurac sull'integrazione diffuso ieri, Chiara Rabini, assessora comunale a Bolzano che dal 2016, quando era consigliera comunale e referente per i richiedenti asilo, collabora con il Koi ovvero sia il servizio di coordinamento per l’integrazione della Provincia. Da questa consigliatura Rabini ha la delega per le politiche di integrazione.
In sintesi dal documento “Politiche di integrazione a livello locale: prospettive e opportunità” emerge ad esempio che in quasi due terzi dei comuni esaminati dai ricercatori Eurac non esiste un piano per l’integrazione. Molte delle persone che lavorano come responsabili dell’integrazione nei comuni dell’Alto Adige si descrivono come combattenti solitari cui manca il sostegno dei colleghi del consiglio comunale ”perché dal punto di visto politico occuparsi di integrazione e immigrazione comporta molto lavoro – e anche dei successi – , ma porta pochi voti". Una triste verità.
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“Condivido le conclusioni dello studio – afferma Rabini - e anche la necessità di lavorare in rete nei comuni e tra i comuni, di aumentare le risorse per l’integrazione, la cui gestione sarà la vera sfida del futuro. Il Koi della provincia svolge un ottimo lavoro di rete e sostiene buone pratiche di inclusione. Per facilitare l’integrazione la Provincia e tutte le comunità comprensoriali dovrebbero aderire maggiormente alla rete nazionale SAI (Sistema Accogliienza e Integrazione). In passato erano stati raggiunti ottimi risultati con un’equa distribuzione su tutto il territorio provinciale di piccoli gruppi di persone e famiglie migranti permettendo di lavorare maggiormente sull’inclusione soprattutto abitativa che rimane il problema maggiore, con più Case per lavoratori”.
Secondo Rabini “In comune a Bolzano molto viene fatto grazie al lavoro di rete tra Assb, associazioni del terzo settore e volontarie, consulta e grazie ai progetti del fondo sociale sul territorio con i quali si riesce a portare avanti un lavoro di sostegno all’inclusione dei nuovi cittadini. Ma l’inclusione va senz’altro inserita in piani comunali e provinciale più strutturati e pluriennali a cui dare maggiore rilevanza per favorire lo sviluppo di una società coesa.
Nel periodo 2016 – 2023, ricorda infine Rabini, sono state realizzate varie iniziative grazie alla collaborazione Provincia - Comune nell’ambito delle politiche di integrazione su bisogni espressi dalle associazioni del settore e dalla Consulta: Il testo “Immigrazione a Bolzano - Guida ai servizi in 11 lingue”; “Lavoro di rete”, “Personal tutoring 1 e 2 ”, “FIA - Formare, Informare, Abitare e FIA 2 Formazione e informazione per una città inclusiva e aperta”.