Il lungo incubo italiano
Non servono troppe parole. Ieri (19 febbraio) si è svolta la seconda giornata di consultazioni con le quali il presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi, avrebbe dovuto ottenere un po’ più di chiarezza sul suo (ancora ipotetico, ma ormai più che probabile) governo. Era la giornata dei “big”, ovvero dei personaggi famosi: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Al pari di Renzi, ambedue assenti in Parlamento (Berlusconi perché condannato e quindi espulso, Grillo perché mai eletto), ma là convenuti a replicare il loro solito stracco copione. Nel complesso uno spettacolo desolante, sul quale magari si sarebbe potuto persino sorvolare se purtroppo non ci fosse stato inflitto il supplizio della “diretta”, cioè gli orrendi dieci minuti in streaming – tecnica impietosa, soprattutto nei confronti di chi l’ha a lungo invocata – nei quali si è visto come due uomini chiamati a rappresentare interessi, e persino speranze, di un intero Paese non siano stati in grado di far altro che animare un insulso battibecco da Bar Sport. Dieci minuti infernali: senza pudore, senza confronto, senza costrutto. Erroneamente spacciati per un colloquio “politico”. Infatti si è trattato di altro. Per l’esattezza: una delle più buie manifestazioni del lungo incubo italiano.