Le due campane
Mai come in questi giorni, con l’Ucraina sull’orlo della guerra, si sente il bisogno di capire come stiano veramente le cose. Ognuno di noi ha le sue informazioni, le sue convinzioni, forse anche i suoi pregiudizi, ma per capire veramente servirebbe sempre sentire le…due campane. Non è facile ed è pure faticoso perché richiede l’impegno di risalire a diverse fonti di informazione, ascoltare le diverse versioni dei fatti, magari direttamente dai diversi attori del conflitto. Decisamente troppo e quindi ci si affida ai propri sentimenti, alle proprie fonti di informazione trasmesse nella nostra lingua. Così ci si fa un’idea e gli altri, dall’altra parte del conflitto, fanno altrettanto, con altre fonti di informazione, con altre lingue di comunicazione. Le posizioni degli “altri” vengono descritte dai “nostri” senza che ci sia accesso diretto alle fonti. In questo modo si creano due versioni degli stessi fatti, in lingue straniere tra di loro e con narrazioni parallele che non si incontrano mai.
Senza volerci sentire l’ombelico del mondo, esperienze di natura analoga ne facciamo anche in provincia di Bolzano. Un territorio con più tradizioni culturali, più lingue, differenti percezioni geo-politiche, diverse interpretazioni della storia locale, e mondi dell’informazione per lo più separati. Società parallele, con qualche incrocio, qualche scontro tra loro, ma per molti aspetti, ognuna per sé.
A Kiev, come anche a Bolzano, la realtà la si riconosce solo ascoltando due o più narrazioni, una sola non basta. Inoltre conoscendo, almeno a Bolzano, le lingue provinciali, Italiana e Tedesca. Una sola lingua non basta e fa perdere il punto di vista dell’altro. Non si conosce la realtà attraverso una lingua sola.
A Kiev come a Bolzano, abbiamo bisogno di sentire le due campane.