Mai più Tires
1.000 m3 di cubatura costruiti illegalmente. L’azione della Provincia di Bolzano che ne ha permesso di risolvere la situazione e continuare a permettere ai costruttori di lucrare su un territorio compromesso.
Le associazioni ambientaliste e alpinistiche dell'Alto Adige continuano a tenere alta l'attenzione sulla funivia di Tires e denunciare la prevalenza della logica del profitto sul bene comune. Questa volta lo hanno fatto attraverso un'azione legale. Mountain Wilderness, Dachverband, AVS, CAI e Heimatpflegeverband hanno impugnato davanti al Tribunale amministrativo di Bolzano l'atto che ha consentito la sanatoria. “L'escamotage utilizzato per sanare le difformità della funivia di Tires non dovrebbe essere mai più ripetuto in Provincia di Bolzano”, scrivono in una nota congiunta.
Ma facciamo un passo indietro. Prima di iniziare i lavori della funivia Tires-malga Frommer (pagata con un contributo a fondo perduto di 11.3 milioni di euro di fondi pubblica) la società costruttrice, la Tierser Seilbahn, avrebbe dovuto richiedere e ottenere l'autorizzazione paesaggistica ai sensi della legge provinciale territorio e paesaggio.
Al contrario, invece, durante la fase di costruzione, la classica funivia si è trasformata in una funivia cabrio. Le stazioni di valle e di monte sono state di conseguenza modificate per permettere l'accesso al tetto della cabina, costruendo esattamente 973 m3 in più rispetto al progetto autorizzato e impattando così ulteriormente il pregiato paesaggio ai piedi del Catinaccio.
La legge provinciale territorio e paesaggio stabilisce che le autorizzazioni paesaggistiche non possono essere rilasciate retroattivamente, di conseguenza, in assenza di autorizzazione paesaggistica, è necessario ripristinare lo stato originario dei luoghi.
La Tierser Seilbahn, i comuni (l’assessore comunale al turismo, Damian Martin, è presidente del consiglio di amministrazione, uno dei principali azionisti e il proprietario del resort Cyprianerhof, di fronte alla stazione a valle della funivia) e la Provincia hanno invece trovato una soluzione molto controversa: lasciando immutato il danno paesaggistico, alcune parti degli edifici sono state rese inaccessibili, per compensare la volumetria costruita in eccesso.
Le associazioni ambientaliste e alpinistiche dell'Alto Adige temono che questo modus operandi possa costituire un precedente pericoloso, diventando la prassi, motivo per cui hanno deciso di rivolgersi congiuntamente al Tribunale Amministrativo: “Il paesaggio originale non viene ripristinato semplicemente rendendo inaccessibili una parte degli edifici – prosegue la nota -. Se in futuro questa pratica venisse applicata in tutta la Provincia, probabilmente si verificherebbe una edificazione selvaggia e, qualora il reato venisse scoperto, sarebbe sufficiente rendere inaccessibili alcuni volumi”.
Le associazioni tornano inoltre sul tema relativo al progetto di mobilità del Passo Nigra, originariamente prescritto dal Comitato Ambientale per l'autorizzazione del progetto, con l'obiettivo di sgravare il Passo Nigra dal traffico turistico e motorizzato individuale. Mentre il progetto di mobilità non è ancora stato sviluppato e implementato, la funivia è già stata costruita e ancor più grande di quanto inizialmente autorizzato. La parola sulla legittimità dell’azione passa ora al Tribunale.
Le associazioni lanciano infine un appello alla cittadinanza interessata a sostenere la causa, offrendo, mediante una donazione a una delle associazioni, la possibilità di contribuire all'azione legale.
Mai piú? Schön wär's.
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