La città non c’è più
Il teatro che abbatte i muri si chiama APOLIS - “The city is no longer. We can leave the theater now”, (“La città non c'è più. Possiamo lasciare il teatro ora”), da una citazione dell'architetto Rem Koolhas. È l’evento pubblico che si terrà oggi, 20 marzo, alle ore 18, al Babylon Open atelier, in via Macello 9A a Bolzano. Lo spettacolo, organizzato con l'associazione Teatro Pratiko, “propone punti vista sul quartiere che divengono sguardo globale”. Numerose le voci in scena: quelle di Alberto Winterle, direttore della rivista di architettura Turris Babel, di Monika Weissensteiner della Fondazione Langer che parlerà di “confini”, di Karl Tragust, che con il fotografo Georg Hofer ripercorre l'esperienza nata nel dipartimento Salute, politiche sociali e lavoro “residente” ai Piani e giunta sino ai luoghi di origine dei migranti africani.
Stefano Lisci racconterà poi la lavorazione del film “Bar Mario”, realizzato nel quartiere, la Biblioteca delle culture del mondo curerà uno spazio tematico, infine il “Macello”, impresa creativa con i giovani progetti residenti - teatrale di Quartz Teatro, artistico visivo di Elisa Grezzani, musicale di Phoniricrecords - ospiterà a pochi metri dal Babylon la seconda parte della serata con il concerto di musica etnica del gruppo JEMM project e dj set Cross culture di Raffael Virgadaula alle ore 20 in via Macello 18.
Nel corso della serata verrà presentato anche il “Teatro dell'ospitalità” che Nazario Zambaldi, presidente di Teatro Pratko, ha inaugurato insieme a Davide Filippi di Quartz Teatro al centro di accoglienza presso l'Hotel Alpi. Un laboratorio, o meglio uno spazio relazionale che prevede un'attività fisica leggera, esercizi (giochi) di espressione e comunicazione. Momenti di training e improvvisazione che creano gruppo e motivazioni, con la possibilità di inserire e costruire scene e narrazioni anche per una eventuale rappresentazione.
Lo spazio “Macello” ai Piani, residenza creativa ed esempio di co-working aprirà le porte - in accordo con il centro di accoglienza nell'ex caserma Gorio collocato a poche centinai di metri - agli ospiti della struttura. Ad animare lo spazio Filippi di Quartz Teatro e il musicista Maurizio Riglione. “L'idea è di aprire una finestra e un ambiente che, oltre i bisogni primari, possa offrire strumenti di relazione e socializzazione - spiega Zambaldi - ; l’arte in questo senso crea una cornice e delle esperienze che possono modificare la percezione comunitaria, in particolare in ambiti facilmente lasciati all'esclusione, costruendo rappresentazioni meno banalizzanti e schematiche, cogliendo il potenziale di arricchimento, umano, culturale, nelle persone. La realtà - conclude il presidente di Teatro Pratiko - viene costruita dal nostro sguardo e dalle nostre azioni”.
L’offerta teatrale non si esaurisce ancora: il laboratorio iniziato con le scuole “Like a city. Live the mind, the city, the network” segue il fil rouge del Babylon atelier: costruzione di mappe condivise che nelle umanità disperse e nell'isolamento dei nativi digitali coglie la sfida per costruire nuove città - POLIS - alternative al modello dominante della città come centro commerciale. Il ricco programma si chiude infine con il collegamento in Grecia a Patrasso con l'evento teatrale comunitario in piazza “awakening - αφύπνιση” organizzato dal teatro regionale insieme ai rifugiati, inaugurando la collaborazione nel progetto internazionale POLIS, per una primavera senza confini.