Chronicle | Il caso

Solland, nessuna offerta

Deserta la prima asta, il prezzo base era di 29,6 milioni di euro. Ora si procederà con il ribasso.
Martello
Foto: upi

Ancora cattive notizie per la Solland Silicon. Nessun acquirente si è ancora fatto avanti per rilevare l’azienda di Sinigo dichiarata fallita dal tribunale di Bolzano alcuni mesi fa e poi messa all’asta. Il bando, che prevede la cessione al miglior offerente in un lotto unico della fabbrica di silicio, è infatti andato deserto. Il prezzo base era stato fissato dai curatori fallimentari Bruno Mellarini e Luca Mandrioli sulla cifra di 29,6 milioni di euro. Ora si procederà con una seconda asta, ad un prezzo ribassato, il cui calcolo spetterà al giudice fallimentare Francesca Bortolotti. L’ipotesi è quella, per prassi, di una riduzione del 25%.

Inquieti i sindacati: “Si sente dire di un presunto interessamento, non ancora ufficializzato, da parte di un’azienda specializzata in bonifiche, che vorrebbe acquisire l’impianto di Sinigo per poi dismetterlo e rivenderlo, trasformato in una zona produttiva o artigianale”, dichiara Maurizio Albrigo della Cisl al Corriere dell’Alto Adige. “Un progetto di questo tipo - prosegue - raccoglierebbe del resto i favori dell’amministrazione comunale, in base a quanto già dichiarato dal sindaco di Merano Rösch, ma che noi consideriamo invece molto preoccupante. In base a questo scenario infatti i dipendenti della Solland resterebbero senza lavoro. Non solo, ma se venisse bonificata l’area della Solland, secondo noi anche l’adiacente stabilimento SunEdison sarebbe a quel punto a rischio chiusura. Attendiamo dunque con grande interesse la prossima asta”.