“Mascherine anche per chi non ne ha”
Necessità fa virtù. Accanto ai singoli moti di solidarietà numerose aziende, anche in Alto Adige, hanno convertito la propria produzione ordinaria così da contrastare la crisi attuale e al contempo soddisfare le richieste di specifici prodotti aumentate in maniera esponenziale a causa della pandemia di Covid-19.
Fra le “munizioni” anti-virus più reclamate ci sono, come noto, le mascherine. Una iniziativa, che in questo caso unisce imprenditoria e solidarietà, arriva da Bolzano e si chiama “One for one mask”: acquistando una mascherina (antibatterica e lavabile a 60 gradi) un’altra sarà inviata ai rifugiati a Cipro, attraverso l’organizzazione “Refugee support Europe”. L’idea è venuta a Tessa Waldhart, designer e fumettista, proprietaria dell’etichetta “The Sketchup Club”, che l’ha sottoposta a Daniel Tocca e Bernhard Schönhuber del Kauri store, concept store dedicato alla sostenibilità, e a Sara Pacifici di Re-bello, azienda votata anch'essa all’ecosostenibilità nel mondo fashion.
L’obiettivo è raccogliere, con una campagna di crowdfunding lanciata su Indiegogo, 25mila euro entro il 3 maggio e così far partire la produzione di 5mila mascherine. “La sfida è ambiziosa, ce ne rendiamo conto, ma ce la faremo - afferma Tocca su salto.bz -, finora è arrivata una cinquantina di ordini, soprattutto da Austria, Germania, Italia e Regno Unito, per un totale di circa 500 mascherine. Alla fine della raccolta 2.500 di questi dispositivi andranno a chi ha effettuato l’acquisto e altri 2.500 - o anche di più visto che è possibile anche solo donare - ai rifugiati di Cipro che vivono in condizioni molto critiche, di alta concentrazione nei campi profughi. Si tratta di un aiuto da fare arrivare il prima possibile a chi in questo momento ne ha particolare bisogno”.
Sulle mascherine verrà stampato un sorriso. “Per la moda è un momento drammatico, certamente in questo periodo i capi di abbigliamento non sono i prodotti più ricercati, e se la situazione è difficile per noi pensiamo a chi se la passa anche peggio. Per questo - spiega l’imprenditore bolzanino - con quello ‘smile’ vogliamo lanciare un messaggio positivo, come positivo è anche il ragionamento che nei giorni del coronavirus si sta facendo sul tema della sostenibilità, che in futuro, sono sicuro, diventerà sempre più essenziale”.