Economy | barometro IPL

Cauto ottimismo

Scongiurato il pericolo recessione, aumentano le disuguaglianze. L’Alto Adige sembra solido ma molti problemi minacciano la tenuta del suo sistema economico e sociale.
Lavoro, infortuni, operai
Foto: Unsplash

Il peggio è passato, dicono gli indicatori economici, almeno per ora. Nell'aprile del 2023 lo scenario di recessione che sembrava essere imminente è stato invece scongiurato. 
AFI IPL, nel decimo anniversario corrispondente alla sua quarantesima rilevazione, traccia un bilancio positivo ma chiama al contempo prudenza.
A risollevare gli animi ci ha pensato la contrazione dei prezzi energetici, nonchè la riduzione delle difficoltà legate all'approvvigionamento grazie alla ripresa a pieno regime del mercato cinese, a seguito dell’abbandono della strategia “Covid zero”, compensando gli arretrati delle forniture.
Tuttavia nuove ombre, ricorda il direttore dell’Istituto, Stefan Perini, si stanno proiettando sui mercati finanziari. Le difficoltà della Silicon Valley e della Credit Suisse ne sono un primo esempio ed è solo questione di tempo prima che gli effetti sopraggiungano anche sul nostro sistema economico. D’altra parte, l'inasprimento della politica dei tassi di interesse (tasso di riferimento della BCE a + 3,5 punti percentuali in soli nove mesi ha disincentivato la propensione delle imprese a investire, sottolinea il direttore.

L’economia altoatesina continua tuttavia a cavarsela, sebbene l’aumento del costo della vita e la mancata implementazione dei contratti collettivi territoriali contribuiscono ad allargare sempre di più la forbice delle disuguaglianze. Il 30% dei lavoratori, su un campione di 500 intervistati, dichiara di avere difficoltà ad arrivare a fine mese e più della metà sa di non riuscire a risparmiare alcunchè nei prossimi dodici mesi.

L’occupazione (che gli indicatori statistici intendono come l’aver lavorato almeno una sola ora retribuita nelle ultime due settimane precedenti alla rilevazione) avrebbe assistito a un balzo, compresa quella contratto dipendente (+4,9% rispetto al 2022) mentre si prospetta in calo per 2023. I contratti, oltre a quelli stagionali, risultano spesso precari, con oscillazioni variabili attorno al 30% del totale somministrato. L’inflazione continua a costituire uno dei problemi maggiori: nel 2022 si è attestata al 9,7%, con un picco del 12,5% toccato a dicembre 2022. Anche in Alto Adige si assiste a una progressiva diminuzione ma, avverte il presidente Andreas Dorigoni, questo non significa che i prezzi stiano diminuendo ma che stanno continuando ad aumentare a ritmi inferiori.

 

L’analisi IPL denuncia come, superato lo shock energetico, l’Alto Adige stia scivolando in una crisi di mancata redistribuzione del reddito a causa di una politica di eccessivo contenimento dei salari. Secondo l’assessore provinciale Philipp Achammer nonostante tutto stiamo andando nella direzione giusta, per quanto l’inflazione continui ad essere un problema. La soluzione, sostiene Achammer, deve puntare a incentivare le politiche attive del lavoro e ne approfitta per entrare in merito su alcune critiche che gli erano state rivolte: “C’è stata una polemica che non ho capito – ha detto l’Assessore –. In passato ho ribadito che bisognava fare di tutto per fare in modo che le persone iscritte al NASPI venissero portate sul mercato del lavoro. Se le offerte non vengono accettate ci sono le sue conseguenze. Ma questo è un principio che deve essere rispettato”.

Le categorie economiche piangono perchè non trovano manodopera, ma offrire un contratto a tempo indeterminato potrebbe aprire scenari diversi

Secondo Perini, la strada da intraprendere è quella che deve andare verso la quota occupazionale a tempo indeterminato, che garantisce tutele al lavoratore e salari dignitosi. “Le categorie economiche piangono perchè non trovano manodopera, ma offrire un contratto a tempo indeterminato potrebbe aprire scenari diversi: i datori di lavoro devono trovare il modo di migliorare le condizioni di lavoro offerte, dal contratto alla remunerazione, passando per le ferie”. Un processo che potrebbe essere avvantaggiato anche dalla mano pubblica, soprattutto in vista delle nuove elezioni provinciali: “La provincia – conclude Perini – dovrebbe stabilire un sistema di accreditamento in materia di appalti che possa favorire quelle imprese che remunerano i propri dipendenti in modo equo”.