Una bottega artigiana di software
Lo scorso novembre nella sede della IDM si svolgeva un'edizione dell'ormai consueto Hackathon, un'intensa due giorni dove esperti di informatica, sviluppatori e imprenditori si riuniscono per svolgere varie attività: sia di puro sviluppo, che di ricerca e interazione tra i partecipanti. I vincitori del primo premio, ovvero un soggiorno studio a San Francisco, nella Silicon Valley, portano il nome di Team Bear Savings.
La squadra, per aggiudicarsi il premio messo in palio dalla Fondazione Cassa di risparmio, ha realizzato in meno di 24 ore un'applicazione - tutt'ora funzionante - che permette di auto-risparmiare denaro sul proprio conto bancario ogni qualvolta l'utente spende dei soldi per prodotti non ecosostenibili. Attraverso il tracciamento dei movimenti bancari, l'applicazione accantona ogni volta una somma di denaro prefissata che verrà in seguito devoluta a un'associazione per lo sviluppo delle tecnologie green. Combattere il fast-food, il fast-fashion, in favore della sostenibilità e dell'etica ambientale.
"Ci siamo conosciuti alla facoltà di infomatica dell'Università di Trento".
La Fondazione che ha messo in palio il premio si dice inoltre "fiera di poter contribuire al concorso Hackathon" e continua: "L’obiettivo di questa competizione è incentrato a motivare ed ispirare giovani appassionati dell’informatica a sviluppare in un contesto di mission green, programmi e applicazioni che possono contribuire a rendere la nostra terra più smart, più relazionata e condivisa, nonché orientata ad un miglior futuro, che dovrà gestire con accuratezza le risorse (rinnovabili e non) a nostra disposizione. Va infine rivolto un sentito ringraziamento agli operatori dell’IDM che già da anni organizza questo concorso, che a sua volta contribuisce allo scambio di idee e visioni tra i giovani partecipanti nonché i ricercatori e gli operatori del mondo scientifico ed economico locale".
Giulio Michelon è il fondatore di Belka, una società di sviluppo di software, che prende spesso parte a eventi di questo tipo: tra cui - appunto - l'Hackathon di Bolzano, questa volta sotto lo scudo del Team Bear. "Noi soci di Belka ci siamo conosciuti alla facoltà di infomatica dell'Università di Trento e dopo varie collaborazioni e lo sviluppo di un'applicazione per la ristorazione, abbiamo cominciato a fare consulenza informatica per le aziende. Con Belka abbiamo costruito su misura software per le imprese, concentrandoci soprattutto sulle interfacce e sulla usability di esse, compreso lo sviluppo di una forte interattività per ognuna delle soluzioni che abbiamo dato, comprese app mobile. E adesso è da tre anni che siamo in attività".
"Come team abbiamo partecipato a diversi Hackathon ma quello di Bolzano ha una marcia in più".
Il team, composto - oltre che da Michelon - da Massimiliano Bolognesi. Luca Fedrizzi e Pietro De Grandi, ha soggiornato quindi in una delle capitali della Valley più famosa del mondo, a contatto con le realtà dei giganti del web e dello sviluppo del software proprietario e open source. "In Italia di solito è complicato capire a fondo cosa accade in California, magari semplicemente si osservano le oscillazione delle quotazioni in borsa delle grandi aziende. ma non basta. A San Francisco siamo entrati nei quartieri generali dei Big, da Facebook a Mozilla, da Google a Wikimedia. Questo ci ha dato una spinta in più, una volta tornati in Italia".
Forse il team parteciperà alla prossima edizione dell'Hackathon locale ma Michelon non lesina complimenti all'organizzazione dello scorso anno: "Come team abbiamo partecipato a diversi Hackathon ma quello di Bolzano ha una marcia in più. La struttura di IDM è strepitosa, compreso il cibo - che non è la solita pizza - e anche per i posti in cui i vari sviluppatori hanno potuto dormire e riposarsi, visti i tempi molto stretti di lavoro in gruppo. Strepitoso".