Chronicle | l'inchiesta

Bonus 600 euro: 20 i politici "spiati"

Markus Auerbach e Mauro Minniti accusati di "Accesso abusivo ad un sistema informatico", ma solo il primo avrebbe violato tutti i file di 20 politici. Fissata l'udienza.
INPS
Foto: Inps Bozen

Fu la tempesta di Ferragosto 2020, anno I della pandemia: Arnold Schuler perse la vicepresidenza della Provincia, il consigliere Helmuth Tauber dovette lasciare la commissione legislativa e gli incarichi in consiglio regionale; Paul Köllensperger, leader di un Team K che oggi sembra navigare con il vento in poppa verso le Provinciali di ottobre, perse un consigliere (Unterholzner) e fu dato per politicamente spacciato. Cosa avevano fatto? Avevano richiesto il famigerato “bonus di 600” euro all’Inps.

La bomba mediatica fu sganciata dalla Tageszeitung il 13 agosto di quell’anno. La sospetta fonte del giornale non è ovviamente mai stata rivelata, anche se molti indizi portano ad un consigliere di maggioranza che si sarebbe appoggiato ad un amico-dipendente INPS per fare diversi sgambetti ad avversari esterni ma anche interni al proprio partito. Nonostante i mormorii di palazzo, la gola profonda è ancora ufficialmente ignota, ma dopo una denuncia da parte dei vertici dell’INPS provinciale e la relativa inchiesta, gli inquirenti sembrano intanto aver individuato chi fosse entrato nel sistema informatico dell’Inps. E’ di sette mesi fa la richiesta di rinvio giudizio per due persone da parte del pm Andrea Sacchetti. Ora la gup Elsa Vesco ha fissato per il 22 settembre 2023 l’udienza preliminare. Una ventina le parti lese, a partire, ovviamente dall’INPS stesso. 

 

Agli atti dell’inchiesta sono finiti la denuncia querela depositata dai vertici dell’ente, varie annotazioni della Guardia finanza seguite alle perquisizioni e accertamenti tecnici sul materiale informatico e sulle tracce lasciate negli Hard disk. Stando agli atti, secondo gli inquirenti il ruolo principale sarebbe stato svolto da Markus Auerbach, il quale si sarebbe introdotto in 20 file di consiglieri provinciali, compresi quelli dei tre politici “colti in fragranza” e crocifissi pubblicamente. Un ruolo minore lo avrebbe svolto l’ex presidente del consiglio provinciale Mauro Minniti, a sua volta dipendente dell’ente previdenziale. Secondo gli inquirenti l’esponente di spicco di Alleanza Nazionale si sarebbe introdotto nei file INPS di Paul Köllensperger e Diego Nicolini (Movimento 5 stelle) in data 10 agosto 2020. Mentre Auerbach, vi si sarebbe introdotto due giorni più tardi, il 12 agosto, un giorno prima della pubblicazione della notizia sul quotidiano in lingua tedesca. Se poi vi sia stata una terza persona che ha girato la notizia ad un cronista della testata diretta da Arnold Tribus, questo al momento non è dato saperlo, ed è molto più importante dal punto di vista politico che non da quello giudiziario, ovviamente. Per cui, forse, non si saprà mai.

Ad ogni modo entrambi i dipendenti INPS sono accusati di Accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (615 ter c.p). Secondo il codice penale il delitto è commesso da “chiunque abusivamente si introduce in un  sistema  informatico  o telematico protetto da misure di  sicurezza  ovvero  vi  si  mantiene contro la volonta'  espressa  o  tacita  di  chi  ha  il  diritto  di escluderlo. Il delitto è punito con la reclusione fino a tre anni.

In quanto dipendenti INPS, e quindi pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, secondo il pm, Auerbach e Minniti si sarebbero introdotti “con abuso dei poteri e con violazione dei doveri inerenti alla funzione ed al servizio nel sistema informatico istituzionale consultando la banca dati relativa al bonus Covid”.

Di Minniti si è detto, mentre Auerbach, secondo quanto si può leggere negli atti, si sarebbe introdotto nei file di Arno Kompatscher, Riccardo Dello Sbarba, Paul Köllensperger, Helmut Tauber, Gert Lanz, Myriam Atz, Peter Faistnauer, Carlo Vettori, Philipp Achammer, Thomas Widmann, Jasmin Ladurner, Magdalena Amhof, Ulli Mair, Andreas Leiter Reber, Franz Locher, Arnold Schuler, Arnold Vallazza, Sven Knoll, Alex Ploner e Josef Unterholzner. Esattamente venti. Analizzando nomi e appartenenze si possono farie varie congetture sulla possibile gola profonda ma si può evincere senza alcun dubbio che gli obiettivi erano: le opposizioni, Kompatscher o gli uomini e donne a lui vicini (Schuler, Lanz, Tauber, Ladurner), gli esponenti del Bauernbund Svp, l’Obmann e l’allora assessore Thomas Widmann.

 

Del terremoto che seguì alla pubblicazione dei tre nomi si è detto all’inizio. Preso in contropiede, Schuler in quei giorni dichiarò: “Non volevo trarne un beneficio per me stesso. In tutta la mia vita non ho mai avuto benefici che non mi spettavano, ma per poterlo donare ad una buona causa”. Di Tauber non vi sono tracce di dichiarazioni pubbliche, mentre Köllensperger non si nascose dietro un dito e disse:  "Non ho riflettuto, sono stato superficiale a non considerare e valutare tutti gli aspetti di questa vicenda. Questo non doveva succedere, e per questo chiedo scusa". Sono passati meno di tre anni, ma ne sembrano trascorsi dieci o quindici. Siamo entrati in un’era politica differente e il “piccolo peccato” è già stato abbondantemente dimenticato dalla gran parte dell’opinione pubblica ed anche “espiato” dai protagonisti nei modi descritti all'inizio. Tutti e tre sono, infatti, in corsa per le prossime elezioni. Sarà curioso capire se dal punto di vista politico saranno effettuati ulteriori accertamenti per capire l'autore della soffiata alla stampa.