La globalizzazione siamo noi
Di quello che mangiamo nella nostra provincia, solo una minima parte può essere prodotta dall’agricoltura altoatesina: a noi serve molto di più in quantità ed in varietà. Perfino per le patate; ne consumismo 5 volte di più di quelle che produciamo. Stesso dicasi per le uova (3 volte di più), per le verdure (5 volte di più), per arrivare alla carne di maiale (40 volte di più!).
Siamo però, al contrario, campioni di produzione ed esportazione nel settore delle mele dove ne consumiamo in loco meno di un centesimo, dello joghurt, esportato al 95%, come del latte, al 50% e il vino all’80%.
Questi dati sul bilancio agricolo ce li fornisce l’assessore provinciale, Arnold Schuler, il quale precisa che essi non tengono conto né del fabbisogno della ristorazione collettiva, né di quello della industria della trasformazione alimentare. Quindi la produzione agricola locale incide ancor meno sui nostri consumi se si considera che ogni anno arrivano (e mangiano!) in provincia 7 milioni di turisti e che industrie come quella dello speck sono dei formidabili utilizzatori di carne suina.
Lo stesso assessore deve ammettere che le campagne a favore della preferenza ai prodotti locali e quelle per privilegiare il KM Zero potranno incidere solo in modo infinitesimo sul bilancio agricolo provinciale complessivo. Siamo una società che consuma in modo molto diversificato rispetto alla propria produzione locale, una società protagonista e non vittima di una straordinaria mole di scambi in tutti i settori a partire dall’agricoltura, ma non solo in quello. Importiamo ed esportiamo alla grande! Viviamo di scambi e ci costruiamo sopra il nostro stile di vita e il nostro benessere economico. Imprechiamo pure contro la globalizzazione, ma non nascondiamoci che ne siamo parte attiva come consumatori, produttori e cittadini. E che non ne potremmo, nè vorremmo fare a meno.
(www.albertostenico.it)