La SVP scarica il PD?
La Svp scarica il PD? Niente di nuovo sotto il sole. Riferito a Luis Durnwalder si chiama pragmatismo. Riferito ad altri rientra nella categoria della tattica preelettorale. D’altra parte esistono dei precedenti. A Merano, dopo le ultime comunali, al PD è stato dato il benservito ed il “partner italiano” è stato scelto nel gruppo che ora fa capo a Scelta Civica.
Il nuovo allarme parte da Falzes, in occasione della tradizionale conferenza stampa di metà agosto. “Al momento è molto difficile dire chi sarà il nostro partner di coalizione nella prossima legislatura perché lo scenario dei partiti italiani è così frammentato e non si sa quali risultati potranno avere alle prossime elezioni”. Meglio sarebbe, secondo Durnwalder, trovare un alleato rappresentativo della maggioranza del gruppo italiano, cosa che negli ultimi tempi non si è verificata. Che la frantumazione dei partiti italiani sia il frutto consapevole della politica della SVP, questo Durnwalder non lo dice. Che ci sono accordi specifici, elettorali e di programma col PD e che la Sammelpartei ha da tempo abiurato alla politica dell’equidistanza, l’illustre falzese, lì per lì, se lo dimentica.
Pragmatismo non fa rima con coerenza. Così il Presidente, mentre da un lato strizza l’occhio ai montiani (che in regione fanno capo a Dellai e in Alto Adige presentano, tra gli altri, Balzarini e Stenico), definisce al tempo stesso la squadra di Monti “uno dei peggiori governi di sempre per quanto riguarda i rapporti Bolzano-Roma” mentre invece col PD, dice, “abbiamo lavorato bene”. Boh!
Tanta leggerezza estiva basterebbe a far prendere poco sul serio queste dichiarazioni. La reazione in casa PD invece è immediata. A qualche giorno di distanza l’assessore Roberto Bizzo appare oggi più rilassato. A placare le acque sono arrivate le dichiarazioni dell’erede al trono Arno Kompatscher, intervistato dalla Tageszeitung. Durnwalder, spiega, ha solo affermato che non si può stabilire la maggioranza di governo prima delle elezioni (cioè senza conoscere i voti effettivi, compresi quelli della SVP). Quanto al PD “è il nostro partner naturale”. Col PD “abbiamo lavorato bene”, “condividiamo gli stessi principi rispetto all’autonomia e abbiamo firmato un accordo”. Discutere di alleanze è solo “prematuro”. L’Obmann Richard Theiner aggiunge, nel presentare i programmi del partito, che col premier Letta (che è del PD) attualmente a Roma le premesse sono assai buone.
“È chiaro – dice Bizzo – che la campagna elettorale usa toni accesi. Però il PD, con tutto il rispetto per altre liste, è un partito nazionale e ha fatto con la SVP, come oggi riconosce lo stesso Theiner, un accordo che comprende le elezioni europee, le politiche, le provinciali e il governo dei territori. Il patto non riguarda solo le alleanze, ma una strategia complessiva di crescita dell’autonomia. Nel momento in cui si riconosce l’indispensabilità di un rapporto a livello nazionale, bisogna poi essere conseguenti”. In altre parole: poiché il PD serve alla SVP a Roma, bisogna che a Bolzano gli sia riconosciuto il ruolo che gli spetta. “Il vero nodo per lo sviluppo dell’autonomia è quello finanziario”, aggiunge Bizzo. “Dalla definizione dei rapporti finanziari dipenderà la qualità della nostra autonomia. E questo lo si fa con un partito che ha un peso e un ruolo nazionale”.
Chi non prende assolutamente sul serio le dichiarazioni di Durnwalder è Antonio Frena, segretario provinciale del PD. “Direi che anche certe risposte che ho letto da parte dei nostri sono un po’ esagerate. Conosciamo bene la Volkspartei e quindi non ci preoccupa minimamente che giochino a questo gioco. Quelle parole mi hanno fatto sorridere, perché sono sempre le stesse cose che si sentono prima delle elezioni. Bisogna tenere i nervi saldi e nient’altro”. Ma il PD ha fatto un po’ di conti? Quanti consiglieri pensa di poter ottenere? “La sfera magica non ce l’abbiamo”, dice Frena. “Certo, l’obiettivo minimo è riconfermare i nostri due, ma sarebbe meglio poter aggiungerne un terzo e magari un quarto”. E Lista Civica? Ha delle chance di fare breccia? “Io glielo auguro – continua il segretario democratico – però attualmente sia il PD che Scelta Civica devono evitare di comportarsi come i capponi di Renzo, cioè beccarsi tra di loro, mentre si tratta di conquistare un consenso che va ‘opposto’ alla SVP per poi essere negoziato. Per questo preferisco non fare polemiche. Del resto: prima dobbiamo avere i voti e poi potremo parlare. Se no siamo poco seri”.