Society | Immigrazione

I migranti salveranno l’Europa?

C’è bisogno di 42 milioni di nuovi europei entro il 2020 per pagare le nostre pensioni. C’è una soluzione che ci ostiniamo a non voler considerare?

Leonid Bershidsky, editorialista di Bloomberg, calcola che l’Europa avrà bisogno di 42 milioni di nuovi europei entro il 2020 e di oltre 250 milioni di europei in più nel 2060. In un’Italia che non fa figli la previsione più plausibile è che finiremo per diventare una società di vecchi poveri, senza pensione, brontolando di come si stava meglio quando si stava peggio. Questione di demografia, c’è poco da fare. Avere un colpo d’occhio sul futuro quando le ingombranti contingenze monopolizzano attenzione, tempo ed energie è un esercizio spesso troppo ozioso e dunque inevitabilmente prorogabile. Eppure. Secondo un rapporto della Ue, in Europa, per ogni pensionato ci sono quattro persone in età lavorativa (15-64 anni) e nel 2050 si ridurranno a due. Il futuro per la Germania in questo senso non è certo roseo: quasi 24 milioni di pensionati contro poco più di 41 milioni di adulti. In Spagna saranno 15 milioni quelli sopra i 65 anni e 24,4 milioni i lavoratori. In Italia: meno di 38 milioni di persone in età per lavorare pagheranno le pensioni a 20 milioni di persone. Questione di matematica, c’è poco da fare.

Una delle soluzioni per scongiurare questo distopico pronostico è, per quanto da più parti si insista nel volerlo negare, l’integrazione. “Fare degli immigrati altrettanti nuovi italiani” che, verosimilmente saranno quelli che pagheranno più contributi. Oggi, la percentuale dei lavoratori italiani è del 67% della popolazione. 72% è la percentuale di quelli arrivati dall'Asia o dall'Africa che lavorano nel belpaese. L’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) dice che circa il 15% dei posti di lavoro nei settori ad alto sviluppo è stato occupato da un immigrato (1 ogni 6-7 lavoratori). Se invece consideriamo i settori in declino, cioè quei posti di lavoro che gli occidentali non vogliono occupare, oltre un addetto su quattro non è di origine italiana e su quel lavoro paga le tasse. Circa 6,8 miliardi di euro di Irpef su redditi dichiarati per oltre 45 miliardi di euro l'anno sono stati versati nel 2014 dagli stranieri.

Ancora secondo l’Ocse, l'apporto netto all'economia da parte degli immigrati approdati in Europa in questi anni è dello 0,3% del Pil, ovvero la ricchezza creata in un anno nel paese. Tolte le pensioni pagate agli stranieri residenti, l'apporto positivo supera lo 0,5% del Pil. E le polemiche convulse circa la presunta invasione migratoria devono fare i conti con i dati: gli immigrati presenti oggi in Europa sono pari al 7% della popolazione. Una precisazione, inoltre, riguardo le spese: in media, nei paesi ricchi dell'Ocse, gli immigrati assorbono il 2% dei fondi per l'assistenza sociale, l'1,3% dei sussidi di disoccupazione, lo 0,8% delle pensioni (lo 0,2% in L'Italia). 

Date una possibilità ai migranti”, aveva detto recentemente “Mutter Angela” all’industria automobilistica tedesca in occasione dell'apertura del Salone di Francoforte. Attenuare la politica di reticenza sul tema immigrazione non è evidentemente frutto di un’improvvisa manifestazione di pietismo. La Germania ha fatto i suoi calcoli, saremo in grado di fare i nostri?