Chronicle | Sviluppi

Neonato morto per soffocamento

Infanticidio a Lana, l’esito dell’autopsia: il piccolo è nato vivo. Le lesioni sul corpo sono dovute alla caduta, avvenuta dopo il decesso, rende noto la Procura.
Tribunale
Foto: Luca Sticcotti

Nuovi particolari emergono dal caso del neonato trovato morto lunedì scorso, 16 settembre, a Lana di Sopra, vicino Merano. Da una nota diffusa dalla Procura della Repubblica si apprende che il piccolo “è nato vivo avendo esalato alcuni respiri, dopodiché è morto per soffocamento”. L’autopsia ha rivelato inoltre che il corpo del neonato - rinvenuto, lo ricordiamo, ancora con il cordone ombelicale, sotto un cespuglio - aveva delle lesioni che, tuttavia, non hanno avuto alcun esito mortale e sono compatibili con la caduta presumibilmente avvenuta dopo la morte.  

Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bolzano, Peter Michaeler, ha nel frattempo convalidato il fermo disposto dal pubblico ministero, Luisa Mosna, nei confronti della giovane madre del neonato che, durante l’interrogatorio di garanzia svoltosi ieri, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La Procura ha richiesto l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, accolta dal giudice. L’indagata, accusata di omicidio aggravato e di occultamento di cadavere, resta dunque presso la Casa circondariale di Trento.

Secondo quanto riportato dalla Rai l’indagata, una cittadina rumena di 25 anni, sarebbe arrivata in Italia a inizio settembre per la raccolta delle mele e avrebbe avuto un contratto di lavoro regolare. Il datore di lavoro avrebbe anche riferito di aver avuto il sospetto che fosse incinta e di averglielo chiesto, ma lei avrebbe negato.