“No CPR” sul palco delle Pussy Riot
Ieri sera (19 settembre) al termine della performance delle Pussy Riot a Cortaccia, nell’ambito del festival Transart, un gruppo di attivistə sono salitə sul palco per dire “no” a un CPR in Alto Adige. È infatti notizia delle ultime ore che il Landeshauptmann Arno Kompatscher, a margine di un incontro con il Ministro degli Interni Matteo Piantedosi, ha ottenuto il via libera del Governo alla realizzazione di un Centro di permanenza per il rimpatrio da 50 posti in provincia di Bolzano. Presente al concerto delle Pussy Riot, Kompatscher ha assistito all’azione di protesta.
“In Italia sono già morti 40 migranti all'interno di queste strutture”, hanno spiegato le attivistə sul palco, “i CPR non sono dei centri, sono delle galere dove vengono compiute torture verso persone migranti, persone senza documenti. Nella nostra regione, in nome della sicurezza anche delle donne, si vuole aprire questo centro di detenzione. Andate a vedere i video, ci sono pagine come ‘No ai CPR’ e altre dove vengono mostrate le torture e gli abusi di polizia. Il nostro Presidente Kompatscher è felice di aprire questo spazio ed evidentemente è contento che le persone migranti vengano torturate al suo interno. Speriamo che persone femministe e transfemministe qui presenti si oppongano a questa tortura, a quest’agonia umana”. Le Pussy Riot hanno ringraziato lə attivistə altoatesinə: “Thank you, it’s amazing. This is exactly what we want. It’s inspiring to be your audience”.
Intanto a Bolzano si prepara la mobilitazione regionale contro l’apertura del CPR in provincia. Stasera alle ore 20.00 allo Spazio Autogestito 77 di Via Dalmazia l’assemblea pubblica promossa da Bozen Solidale.