Culture | Musica al Duomo

Immagini e suoni senza tempo.

La passione di Giovanna d'Arco di Carl Theodor Dreyer con la sonorizzazione dal vivo di Franz Danksagmüller.
msuica in duomo, 2025
Foto: SALTO
  • La passione di Giovanna d'Arco, film muto diretto da Carl Theodor Dreyer, è stato proiettato tra le navate del duomo di Bolzano, con la sonorizzazione dal vivo, all’organo ed elettronica, di Franz Danksagmüller.

    Il film narra della giornata del 30 maggio 1431, nella quale, a Rouen, Giovanna viene processata per eresia. L'inquisitore e i giudici tentano di strapparle una confessione, anche con la tortura, invano. Portata nel cimitero cambia idea e decide di firmare l'abiura, atto che potrebbe salvarle la vita. Quando le viene rasato il capo, segno d'infamia, si pente e ritratta. Morirà arsa sul rogo, circondata dall’affetto del popolo.

    Per la realizzazione del film Dreyer ebbe carta bianca e un budget illimitato. Il costo della costruzione di set e scenografie fu il più alto dell'epoca in Europa. Sette milioni di franchi furono spesi solamente per ricostruire fedelmente il Castello di Rouen. Eppure Dreyer non mostrò mai nella sua interezza l'apparato scenico, caratterizzando il film attraverso primi e primissimi piani. L'accuratezza e la qualità della scenografia per il regista avevano il solo scopo di rendere l'ambiente adeguato all'immedesimazione degli attori. 

  • Franz Danksagmüller: E’ anche “visiting professor” presso “Xi´an Conservatory of Music” in China e la “Royal Academy of Music in London”. Foto: Archivio Musica nel Duomo
  • Primi e primissimi piani dell'eroina, dei suoi accusatori e degli altri personaggi, danno forma ad un film senza tempo, il cui tema è il dolore, fisico e psichico. Le sole riprese durarono dal maggio al novembre 1927, vennero impressionati circa 200mila metri di pellicola. L'intera realizzazione del film richiese diciotto mesi.

    Recentemente La Passione di Giovanna d’arco è stata presentata nel 2012 alle Giornate del Cinema Muto di Pordenone e alle Settimane Musicali di Stresa nel 2014. In quelle occasioni la colonna sonora era del compositore francese Touve R. Ratovondrahety.

    Franz Danksagmüller è compositore e organista, autore di numerosi progetti innovativi. É stato docente all’Università delle Arti di Vienna, organista e compositore per la Cattedrale di St. Pölten, dal 2005 è docente di organo e improvvisazione alla Università di Lubecca.  Nel Duomo di Bolzano, con le tastiere e i pedali dell’organo, con hardware e software elettronici ha proposto la sua musica. E’ cominciata ancora prima dell’inizio della proiezione, con un pedale grave in pianissimo e tenui note acute ribattute. Poi, alle prime immagini, ha esposto un tema di forte impatto emotivo, frutto di talento e competenza. Ci ha proposto una melodia che aveva le sue radici nella musica antica, eppure suonava contemporanea. Aveva in sé secoli di storia. Era, come il film, “senza tempo”. Un tema ripreso e sempre variato con ammirabile abilità nel corso dei circa 100 minuti del film. Ai momenti melodici si sono affiancati irruenti successioni accordali, riverberi elettronici, un caleidoscopio di sonorità tenute assieme da un senso della forma fortissimo.

    Nella sua invenzione Franz Danksagmüller ci ha mostrato anche la ricchezza della nostra tradizione, nella sua musica potevamo riconoscere echi della monodia medioevale, i colori all’organo cari a Olivier Messiaen, la libertà creativa di Gyorgy Ligeti, la reiterazione cara a Terry Riley.

  • Foto: Archivio Musica al Duomo
  • La scelta di sonorizzare senza lasciare spazio al silenzio e la adesione talvolta quasi mimetica alle immagini ci appaiono gli unici lievi rilievi critici che possiamo offrire.

    E’ stato l’appuntamento conclusivo dell’edizione 2025 della rassegna Estate d’organo a Bolzano / Bozner Orgelsommer, che ha in Tobias Chizzali il direttore artistico. Il pubblico ha omaggiato il musicista con calorosi applausi.