“Toni di bassa lega”
Prende posizione il sindaco Renzo Caramaschi dopo le dichiarazioni dei consiglieri comunali Gabriele Giovannetti (Uniti per Bolzano) e Carlo Vettori (Lega Nord) sull’attività e sul finanziamento del Centro per la Pace del Comune di Bolzano e in particolare sull’intervento del Garante del Codice Etico del Comune che non ha rilevato esservi nella fattispecie alcuna violazione del Codice stesso e dunque alcun conflitto d’interesse. “Sono particolarmente sorpreso e stupito delle affermazioni dei due consiglieri comunali che parlano di chiusura del caso sul piano giudiziario, quando non esiste alcun caso giudiziario”, sottolinea il primo cittadino.
"Spiace il tono di bassa lega con il quale si mira a screditare il Centro per la Pace, diventato punto di riferimento e di prestigio a livello nazionale ed europeo"
“Il Garante - aggiunge - ha rilevato la regolarità della procedura e la liceità della conoscenza che non è da intendersi come rapporto di amicizia, ma stima nei confronti del responsabile del Centro per la Pace Francesco Comina, che ha lavorato con competenza e capacità e con contatti internazionali a costi molto contenuti”. In riferimento invece ai “luculliani pranzi tête-à-tête con il sindaco” citati da Vettori, “lasciando intendere a spese del Centro Pace”, afferma Caramaschi, “gli unici momenti conviviali sono stati in realtà due o tre pizze in un anno pagate dai diretti interessati e non certo da Pax Christi o da altri. Spiace il tono di bassa lega con il quale si mira a screditare il Centro per la Pace, diventato punto di riferimento e di prestigio a livello nazionale ed europeo”.
Arriva, puntuale, la replica piccata di Giovannetti e Vettori: “La difesa d’ufficio del Sindaco di Bolzano nei confronti dei responsabili del Centro Pace, dimostra quanto sia stato toccato un nervo scoperto, dal caso Tariq Ramadan e i contributi al Centro Pace, erogati nonostante il diniego della Commissione Cultura. L’interpretazione personalistica e fantasiosa del primo cittadino, denota un’inquietudine che non ci si sarebbe aspettato da un uomo tutto d’un pezzo come Caramaschi. Con 'caso giudiziario' s’intende semplicemente l’esposto affidato alle sapienti mani del garante del codice etico, voluto fortemente dal sindaco, che è un noto magistrato, ora in forza alla procura di Campobasso. Esposto che, se avesse avuto il parere favorevole del Dottor Rispoli, ci avrebbe portato ad una segnalazione alla Corte dei Conti”.
"L’interpretazione personalistica e fantasiosa del primo cittadino, denota un’inquietudine che non ci si sarebbe aspettato da un uomo tutto d’un pezzo come Caramaschi"
E infine: “Le 'affermazioni di bassa lega' invece le rispediamo al Sindaco, che in un 'Lapsus Freudiano?' Crede di aver sentito pronunciare da parte di Vettori l’accusa che il Centro Pace abbia pagato i pranzi, intercorsi per stessa ammissione del Sindaco, tra Caramaschi e Comina. Questa illazione non la possiamo accettare, sapendo l’integrità etica e morale del Sindaco di fronte a queste situazioni - tuonano i due consiglieri comunali -. L’imbarazzo e la presa di posizione del Sindaco rispetto alle nostre azioni politiche hanno scardinato un rapporto consolidato, denunciato più volte negli anni di attività del Centro Pace”.
Ieri sera (19 ottobre) l’associazione Pax Christi ha annunciato di voler rinunciare, dopo 15 anni, alla gestione del Centro per la Pace a partire dal 2018. Una scelta indipendente dal caso scoppiato sui contributi, precisa il coordinatore del Centro Pace Francesco Comina. “Già tre anni fa, in occasione della firma di rinnovo triennale - conferma il presidente di Pax Christi Daniele Mistura - era emersa una riflessione profonda all’interno dell’associazione, con l’intento di dare ancora la disponibilità solo per un triennio che con la fine di dicembre si avvia a conclusione. L’associazione - prosegue - ha maturato tale decisione per recuperare un po’ di autonomia e di libertà anche per quanto riguarda l’aspetto della spiritualità della pace, come era negli intenti originari per cui è nato il movimento di Pax Christi. E continuerà, nelle forme e nei modi che si decideranno, a portare avanti un percorso di educazione alla pace e ai diritti umani. Relazioneremo dell’attività fatta e di tutto ciò che ha comportato in questi anni il lavoro dell’associazione nelle sedi del Consiglio Comunale e della Commissione Cultura”.