Lo “sbagliatissimo” divieto di Valditara

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L’educazione sessuale a scuola torna al centro del dibattito. Lo scorso 15 ottobre, infatti, la Commissione Cultura alla Camera dei Deputati ha approvato un emendamento della deputata della Lega, Giorgia Latini, per vietare l’educazione sessuale e affettiva anche alle scuole medie. Si tratta del cosiddetto ddl Valditara, un disegno di legge presentato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito sul tema del consenso informato nelle scuole: il nuovo emendamento impedisce di fatto attività con personale esterno dedicate a questo tema. Non solo: all’articolo uno del disegno di legge è inoltre previsto che sia necessario il consenso preventivo ed informato dei genitori su qualsiasi attività legata ai temi della sessualità anche alle scuole superiori.
Per entrare in vigore, il provvedimento deve ancora essere discusso ed approvato dai due rami del Parlamento – ma, se dovesse passare, cosa accadrebbe ai progetti sull’educazione sessuale ed affettiva già attivi in Alto Adige? “Ritengo questa legge una scelta sbagliatissima. Parlo in particolare per la parte di scuola di lingua tedesca: se il provvedimento verrà approvato, mi impegnerò personalmente a fare tutto il possibile affinché le scuole possano continuare con questi progetti, sfruttando l’autonomia scolastica o iniziative promosse dalla Provincia”, dichiara l’assessore alla scuola tedesca Philipp Achammer.
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“Proprio in questi giorni parliamo di femminicidi terribili e di come reagire a queste tragedie: la risposta deve essere sempre quella di responsabilizzare i nostri giovani, promuovendo la prevenzione e sostenendo ogni iniziativa contro le aggressioni, in particolare quelle di genere. Questo passa soprattutto attraverso l’istruzione e la formazione. Per questo escludere progetti che hanno avuto successo è un errore gravissimo. Si tratta di iniziative fondamentali, soprattutto nella scuola media, perché quegli anni sono decisivi per la crescita e la formazione dei ragazzi”, aggiunge Achammer.
All’interno del Governo italiano il posizionamento è chiaro: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si sono sempre dichiarati contrari a questo tipo di corsi. Lo stesso Ministro Valditara si è dichiarato contrario alla “teorie gender”, definita spesso una forma di indottrinamento. “Mi sembra che alcune forze politiche vogliano trasformare questa vicenda in una sorta di battaglia culturale, arrivando a sottomettere anche le questioni più assurde a questa logica. Lo si capisce bene anche leggendo le reazioni di alcuni esponenti, come Roberto Vannacci e altri membri della Lega”, dichiara ancora Achammer.
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E la scuola di lingua italiana?
Di tutt’altro avviso l’assessore alla scuola di lingua italiana Marco Galateo: “La decisione del ministro Valditara si inserisce nel quadro delle competenze nazionali e del dibattito in corso sul ruolo dei progetti esterni nella scuola. È una scelta che merita rispetto, ma che, nel nostro caso, va letta alla luce dell’autonomia riconosciuta alla Provincia autonoma di Bolzano”.
Secondo l’assessore infatti “l’educazione all’affettività e alle relazioni non è intesa come un modulo separato o un intervento esterno episodico, ma come parte integrante del percorso formativo complessivo. Le nuove Indicazioni provinciali prevedono infatti lo sviluppo delle competenze socio-emotive – tra cui la consapevolezza di sé, la gestione delle emozioni, l’empatia e il rispetto reciproco – come elementi essenziali della crescita personale e della cittadinanza attiva”.
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“Si tratta dunque di un’educazione alla relazione e alla responsabilità che viene curata all’interno del curricolo, con il coinvolgimento dei docenti, delle famiglie e della comunità educativa. In questo senso, la scuola italiana continuerà a promuovere percorsi coerenti con la propria autonomia e con i principi pedagogici che mettono al centro la persona, il rispetto e la costruzione di relazioni positive. Un’educazione che non entra nella sfera privata, ma che insegna a riconoscere e a valorizzare le emozioni, i limiti e la dignità propria e altrui: basi imprescindibili per una società matura e solidale”, conclude Galateo. Se Achammer difende apertamente i corsi esterni già in atto, Galateo rimette l'accento in maniera vaga sull'autonomia, salvo poi sottolineare come la scuola si occupi già durante le ore scolastiche del tema.
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Un contesto sfavorevole
Questi divieti si inseriscono però in un contesto già carente: in Italia non esiste una legge sull’educazione sessuale ed affettiva unitaria nel percorso scolastico. In Europa condividiamo questa mancanza solo con Ungheria, Romania, Polonia, Bulgaria, Cipro e Lituania.
Nella pratica, dunque, l’educazione sessuo-affettiva è di fatto appaltata a corsi esterni organizzati da diverse associazioni. Le attività di coordinamento sull’argomento sono lasciate in mano alle Regioni e alle Provincie. In Alto Adige le intendenze, sia quella italiana che quelle tedesca e ladina, partecipano ad un tavolo con l’azienda sanitaria in cui si concordano le linee guida dedotte dal piano della prevenzione nazionale, che è quadriennale. La Provincia fa quindi proprie le linee guida nazionali adeguandole alla realtà locale, e da 15 anni propone dei progetti direttamente alle scuole elementari e medie in ambito di educazione affettiva e sessuale.
Se questo divieto dovesse diventare legge, non è ancora chiaro se e come questi progetti andranno avanti. Potrebbe accadere – come sembra dalle opposte risposte dei due assessori – che, anche in questo ambito, si creino due scuole a due velocità.
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Ich vermute einen Sturm im…
Ich vermute einen Sturm im Wasserglas.
Ich unterstütze ausdrücklich die Haltung und die Aussagen des Landesrates Philipp Achammer in dieser Frage.
Solange ich sehe, wie froh die Eltern sind, dass die Schule sich professionell um das Thema kümmert, ist mir die rückwärtsgewandte Haltung des Ministers (und ev. der Parlamentsmehrheit) ziemlich schnuppe. Und wenn den autonomen Schulen wirklich der gesetzliche Knebel verpasst wird, dann werde ich mir zu helfen wissen. Ein neuer, neutraler Namen für die sexuelle Bildung ist schnell gefunden.