... and the winner is: Diego Calvanese
Per Diego Calvanese, docente della facoltà di Informatica della Libera Università di Bolzano, il 2013 si è chiuso piuttosto bene. Ha appena ottenuto due prestigiosi riconoscimenti: il "Premio scientifico dell'Alto Adige" e quello della "International Conference on Service Oriented Computing" per "il lavoro più influente degli ultimi 10 anni". Un premio alla carriera ed uno per una ricerca, niente male per chi deve ancora compiere 48 anni.
L'ufficio di Calvanese è al secondo piano della facoltà di Informatica e, salendo le scale, non si può fare a meno di notare una cassetta delle lettere destinata a raccogliere le idee di docenti e studenti. "L'ha fatta mettere il preside Pekka Abrahamsson - spiega Calvanese - uno che ha portato in facoltà un'atmosfera molto positiva, ha rivoluzionato lo stile e ha preso la strada giusta". Un'atmosfera che si coglie anche in occasione della piccola festa organizzata per celebrare i premi di Calvanese, una cosina piuttosto tranquilla, molto diversa da quella organizzata in vista del Natale che aveva visto esibirsi il preside alla chitarra insieme ai professori Francesco Ricci (chitarra) e Johann Gamper (batteria) (qui e qui le foto).
Per l'occasione, sotto lo sguardo orgoglioso del preside, Calvanese ha ringraziato tutto lo staff della facoltà per la collaborazione ed ha accettato di rispondere ad alcune domande su ricerca e sviluppo tecnologico in Italia e in Alto Adige.
Il 2014 inizia sotto i migliori auspici. Due premi in due mesi...
Ovviamente sono soddisfatto, il primo premio è relativo ad una ricerca specifica, mentre il secondo si può dire che sia "alla carriera". Ovviamente condivido il premio con i mie collaboratori, ho un ottimo gruppo di lavoro e sono ben supportato dall'Università.
La ricerca è stata premiata per la sua lungimiranza, capacità piuttosto rara in Italia.
Si trattava di un lavoro "fondazionale" che forniva tecniche di base in un contesto che si è sviluppato in certe direzioni. Si è dimostratà una buona base per tutta una serie di cose. Per quel che riguarda l'Italia, invece, paghiamo la carenze delle infrastrutture, Bolzano compresa. Qui, per esempio, consideriamo elevata una velocità di connessione a 7Mb mentre all'estero viaggiano normalmente al doppio. Questo penalizza particolarmente l'upload ma, soprattutto, riduce drammaticamente le potenzialità della rete internet, non solo per la ricerca.
Ma non è tutta la società italiana, non solo le infrastrutture, non solo la politica, ad essere in ritardo?
La struttura del lavoro può cambiare moltissimo grazie a internet, si può lavorare da casa e si possono organizzare meeting virtuali che fanno risparmiare costi e tempo, ma l'infrastruttura tecnologica è fondamentale. Solo per fare un esempio, spesso ho problemi di comunicazione via skype a causa della rete che non funziona al meglio. Figuriamoci le difficoltà per comunicazioni più complesse.
Visti i riconoscimenti, non le mancheranno le proposte di lavoro. Perchè ha deciso di restare alla Lub?
Soprattutto per la qualità della vita a Bolzano, poi la Lub è un punto di eccellenza nella realtà italiana, anche se ci sono alcuni problemi da risolvere.
Per esempio?
Venendo da Roma, mi aspettavo una realtà più snella dal punto di vista decisionale, invece non sfruttiamo a sufficienza il nostro potenziale e le nostre dimensioni. Certe cose che si potrebbero risolvere a livello di Dipartimento passano ancora dall'Università. Il nuovo statuto dovrebbe migliorare la situazione, ma serve maggiore delega verso il basso.
L'Alto Adige, complessivamente, è un buon posto dove fare ricerca?
Diciamo che la strada intrapresa è quella giusta, ma servono aggiustamenti. Da un lato la grande ricerca di base è collegata alle grandi aziende internazionali, mentre la realtà locale è formata da piccole e medie aziende, quindi servono agganci di più ampio respiro. Dall'altro, i ricercatori devono capire che è importante acquisire la consapevolezza che la ricerca non è solo quella internazionale, ma che deve avere una ricaduta sul territorio.
Se dovesse indicare il primo dei problemi?
Ne abbiamo già parlato, l'adeguamento tecnologico delle infrastrutture. E' un passo fondamentale per creare le condizioni per tutto il resto.
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