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Perché Caramaschi non è il candidato giusto

Antonio Frena (Pd) ne spiega motivi, intanto i dem riflettono su primarie aperte a tutto il centrosinistra. Gli ecosociali resteranno a guardare da bordo campo?

Il Pd si gioca la partita del potere. Il partito, alla ricerca di una success story che manca ormai da troppo tempo, punta alle primarie (fissate per il prossimo 6 marzo in concomitanza con le altre città italiane) aperte al centrosinistra e dunque non riservata ai soli iscritti. Così ha auspicato la segretaria Liliana Di Fede ieri, 19 dicembre, in occasione dello scambio di auguri natalizi fra i vertici e la base del Pd al circolo di via Resia a Bolzano. L’apertura dunque è verso il LiberalPd di Elena Artioli, ma anche verso i centristi di Angelo Gennaccaro - che spinge per una coalizione che funga da grimaldello contro il giustificato scetticismo del corpo elettorale - e soprattutto verso gli storici alleati ecosociali con i quali restano ancora perfettamente in equilibrio le divisioni di sempre, progetto Benko in primis. 
Al momento - ma non si esclude l’entrata in scena di altri concorrenti, debuttanti chissà - i potenziali candidati sindaco sarebbero Sandro Repetto e soprattutto l’ex city manager Renzo Caramaschi, ormai deciso a tentare il colpo. Quest'ultima ipotesi, tuttavia, non piace affatto all’ex segretario del Pd locale Antonio Frena che sul suo blog elenca i motivi per cui la candidatura in questione non costituirebbe una scelta ideale:

– la candidatura di Caramaschi è frutto di un’autoproposta e non nasce dal Partito Democratico, che la dovrebbe accettare supinamente, non si capisce bene perché.

– manca un profilo politico, un sentire politico comune in cui i nostri elettori possano riconoscersi: sinora è emersa solo una grande determinazione ad acquisire la carica

– l’autocandidatura, quindi la persona, ha preceduto le idee sulla città, quindi la proposta politica. Il contrario di quello di cui Bolzano ha bisogno.

– l’unico messaggio politico che è filtrato è stato quello sulle sue origini (“vengo dalla DC di Berloffa”), mescolato con le affermazioni giornalistiche per cui “piacerebbe alla sinistra”: una confusione totale

– il Partito Democratico ha il dovere e l’obbligo morale di cercare di proporre candidati capaci ma anche appetibili per una cittadinanza stanca della vecchia politica e dei politici legati a doppio filo col passato.

Se quindi, come dice la segretaria Di Fede, ci saranno primarie di coalizione, candidati come il Sig. Caramaschi potranno al massimo correre come candidati del centrosinistra (se gli altri partiti lo accetteranno) ma non del Partito Democratico. Il Partito Democratico, invece, dovrebbe trovare al suo interno la forza di partecipare a questa competizione con candidati nuovi sì ma identitari. Perché il recupero del Partito Democratico, se ci sarà, dovrà nascere dalla forza delle idee con cui si presenterà ai cittadini non dalle velleità dei singoli candidati. Idee democratiche per la città, non passerelle per maggiorenti.