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Mappe | Carte

Uno strumento analitico creato per rappresentare il mondo, per capirlo, per trasformarlo - dotato di una propria valenza estetica.

Cominciamo dalle origini. Aristotele attribuisce a Ippodamo l'impianto a maglia ortogonale (assi che si incontrano in un angolo di 90 gradi) della città di Mileto. Questo schema incontrerà grande fortuna e diffusione nella storia dell'urbanistica. Citiamo il modello cardo-decumano tipico delle città romane, come anche dell'urbanistica nordamericana di metà Ottocento con l'emblematico esempio di Manhattan. Sin dall'antichità a questo primo modello si oppone l'organicità della città di Pergamo – situata, come Mileto, in Asia Minore (l'odierna costa egea della Turchia). A Pergamo strade ed edifici si adattano all'andamento sinuoso delle colline, fondendosi con il paesaggio. La sostanziale differenza tra i due approcci è che il primo rappresenta il primato della razionalità umana sulla natura, mentre il secondo cerca la relazione con essa.

Visitando i Musei Vaticani a Roma si attraversa la Galleria delle carte geografiche, in cui si possono osservare rappresentazioni medioevali e rinascimentali della penisola Italiana nonché delle più importanti città europee. All'epoca lo strumento della cartografia ostentava il potere politico e militare secondo il motto: posso misurare il mondo, ne conosco i confini, lo domino.

Una pietra miliare nella storia della cartografia urbana è la Nuova Topografia di Roma in cui Giambattista Nolli, oltre a mappare l'Urbe, ebbe la rivoluzionaria intuizione di mettere in evidenza gli spazi semi-pubblici della città. La pianta del Nolli mostra gli edifici dall'alto, campiti di nero. Tuttavia per gallerie, passaggi, per l'interno di chiese e palazzi pubblici (in rosso nell'immagine ndr.) usa la rappresentazione del piano terra, campito di bianco come le strade: la vita pubblica della città entra negli edifici.

L'urbanistica Ottocentesca - il riferimento al Barone Haussmann e alle trasformazioni parigine volute da Napoleone III è d'obbligo - è caratterizzata da grandi viali (boulevards) che traguardano in edifici monumentali, le cattedrali dell'epoca borghese: l'Operà, la chiesa della Madeleine, l'Arco di Trionfo.

Facciamo un salto cronologico, siamo nel 1978: in Delirious New York. Un manifesto retroattivo per Manhattan, l'architetto e teorico Rem Koolhaas racconta come Manhattan sia nata prima sulla carta che nella realtà fisica. La fiducia nel futuro e nel progresso, tipici di metà Ottocento, fece progettare agli urbanisti una mappa dell'espansione futura della città sull'isola. Così fu, New York è cresciuta proprio su quell'originario schema ortogonale caratterizzato dai famosi blocks.

Talvolta la cartografia genera un fascino estetico tutto suo, citiamo l'esempio della tavola La città analoga del 1976 firmata Aldo Rossi. L'architetto postmoderno si lascia trasportare da colte citazioni, creando un divertissement in analogia concettuale al dipinto in cui Canaletto ipotizza una Venezia composta esclusivamente da edifici palladiani.

Alcuni decenni prima il fascino estetico della cartografia aveva contribuito a far nascere l'urbanistica razionalista, in cui la città moderna è divisa per aree in base alla destinazione d'uso, si parla di zoning. Tuttavia questo approccio ha generato i quartieri dormitorio, tipici delle periferie del mondo globale.

Un aneddoto riguardante un'università americana della east coast è entrato a far parte della storia dell'architettura. In occasione della ri-progettazione del parco che collegava i vari edifici del campus, un docente propose di non pavimentare l'area, aspettando che le persone camminassero seguendo i tragitti da loro preferiti. Dopo qualche mese furono rilevati i solchi dei percorsi più battuti e venne così organizzata la viabilità nel campus. In questo caso si può parlare di cartografia inversa, i flussi disegnano la carta.

 

La contemporaneità è caratterizzata sia da aspetti nuovi, sia da elementi senza soluzione di continuità col passato: rimane ad esempio attuale l'importanza geopolitica (limes, Mit offenen Karten) e militare della mappatura del territorio. Al giorno d'oggi, anche in senso filosofico, la vita è influenzata dalla tecnica. Sia nell'analisi, sia nell'interpretazione della realtà dati e numeri sono di fondamentale importanza. Nel suo Paesaggio Costituzione Cemento Salvatore Settis fornisce dati e numeri ed esprime riflessioni giuridiche riguardanti il consumo di suolo e i cambiamenti urbanistico-territoriali dell'Italia dal dopoguerra in poi.

Numeri e dati confluiscono anche nelle cosiddette infografiche. All'antico metodo della mappatura la rete aggiunge lo strumento dell'ipertesto che determina la possibilità di integrare immagini, testi, filmati con questo strumento grafico-analitico.

I siti maps, forniti da diverse aziende leader nel settore IT, con strumenti come l'applicazione Street View®, superano la bi-dimensionalità consentendoci di passeggiare virtualmente per le vie delle città. Si tratta di una rivoluzione per progettisti e artisti, ma anche per semplici turisti del web, che dal salotto di casa possono viaggiare per il mondo.

In uno studio datato 1987 il sopracitato Rem Koolhaas creò una cartina contratta dell'Europa, in cui rappresentava le distanze accorciate tra le grandi città in funzione dei collegamenti di alta velocità ferroviaria. Analoghe mappe contemporanee mostrano la prossimità tra alcune parti del mondo, dovuta a collegamenti aerei o connessioni internet.

Presentiamo infine le esperienze di urbanistica partecipata. In quest'ambito architettura, sociologia e arte si intrecciano creando corto circuiti produttivi. Un esempio glocal, ossia con radici locali, ma che opera globalmente, è l'esperienza di brave new alps. Attualmente l'altoatesino Paolo Plotegher lavora al progetto new cross commoners. Concludiamo volutamente con i commons, gli spazi comuni, perché consentono, in parte, il superamento della rappresentazione dello spazio fisico su una mappa convenzionale. I creative commons sono fatti di relazioni, idee, oltre che dal luogo in cui si insediano.