Society | kalašnikov&valeriana

Casa Delle Donne sì, no, forse. Ma dove?

Un posto dove poter chiudere una porta e tornare a sentirsi al sicuro. L'importanza di un rifugio segreto per accogliere le donne che fuggono da situazioni di violenza.
femminicidio, violenza
Foto: nudm

Mi hanno colpito molto i risvolti recenti riguardanti la struttura che doveva essere la nuova Casa Delle Donne di Bolzano. La leggerezza con la quale si sbandierano informazioni che per qualcuna possono essere letali, la noncuranza nel posticipare l’accesso a una struttura indispensabile, la irresponsabilità nel non far seguire fatti alle profusioni di solidarietà in occasione del solito e triste 25 Novembre.
Se non altro questo episodio ha fatto emergere il bisogno di informazioni riguardo la natura stessa della struttura ad indirizzo segreto (!). La Casa Delle Donne è un luogo speciale. Me ne sono resa conto la prima volta che ci ho messo piede. Credo che in un certo senso ognuna delle tante donne, bambine e bambini che ci sono passate (363 donne e 360 minori per l’esattezza da quando abbiamo aperto a Bolzano nel 2001. Nel solo 2021 abbiamo accolto 16 donne e 13 minori in casa, altre 24 donne e 31 minori in strutture ricettive organizzate ad hoc). La Casa delle Donne ci ha lasciato qualcosa di personale e credo che l’aria che si respira dentro alla struttura rafforzi chi ci vive.

L’attuale struttura, che era nata per essere provvisoria già nel 2001, da tempo non è più adeguata


Come presidente della Cooperativa GEA che gestisce questo servizio da oltre 20 anni su incarico dell’ASSB, sono molto consapevole dell’importanza di tale struttura e dell’urgenza nel disporne. Da un lato si tratta di un adeguamento alla normativa vigente che prevede più posti di quelli attualmente disponibili. Dall’altra, la necessità di una nuova struttura è data da oggettivi limiti strutturali come la scarsa accessibilità dovuta alle barriere architettoniche, e più in generale, il numero di appartamenti a disposizione insufficiente, soprattutto per l’accoglienza di donne con più figliǝ.
L’attuale struttura, che era nata per essere provvisoria già nel 2001, da tempo non è più adeguata. Le normative si sono fatte più stringenti negli anni, le richieste di accoglienza sono aumentate (perché è cresciuta la consapevolezza che uscire da una situazione di violenza è possibile). E cosi, ogni anno ci si improvvisa per trovare soluzioni alternative quando la casa è al completo. Perché uno dei principi di GEA è quello di non lasciare sola nessuna donna. Anche se, certo, l’accoglienza in una struttura ricettiva non è equiparabile alla permanenza nella casa delle donne. Ci sono da considerare questioni di sicurezza, la mancanza della solidarietà percepita e semplicemente l’oggettiva difficoltà nel vivere più o meno chiuse in una stanza. Non che la Casa Delle Donne sia una struttura di lusso. Lontanissima da questo, ma il calore che si sente lì dove molte si sono rifugiate rimedia alle mancanze strutturali: il calore, la sicurezza e la protezione che questa casa offre alle donne, alle bambine e ai bambini che ci vivono. Per loro questo è il momento più pericoloso di tutti. Non a caso buona parte dei femminicidi avviene proprio nel momento in cui le donne lasciano il loro maltrattante. Ecco perché è così fondamentale che questa struttura sia ad indirizzo segreto fin dalla primissima fase di progettazione.

Un posto dove poter chiudere una porta e per la prima volta dopo tanto tempo sentirsi al sicuro, riuscire a respirare, dormire senza paura, iniziare una nuova vita


La casa delle donne, infatti, non è un semplice edificio fatto di quattro mura e un tetto. È un rifugio dove donne, bambini e bambine che fuggono da situazioni di violenza e di paura hanno la possibilità di recuperare le forze per affrontare un percorso di affiancamento verso una vita libera e autodeterminata. Un posto dove confrontarsi con altre donne e sostenersi a vicenda. Un posto dove poter chiudere una porta e per la prima volta dopo tanto tempo sentirsi al sicuro, riuscire a respirare, dormire senza paura, iniziare una nuova vita. 
La casa delle donne è e deve essere un luogo di speranza. 
Voglio credere che ognuna delle persone coinvolte nel cercare un nuovo luogo adatto a Bolzano terrà conto di questo, che rispetterà la segretezza necessaria e farà prevalere il buonsenso sui propri interessi. E voglio credere soprattutto che le promesse fatte durante le manifestazioni del 25 Novembre non cadano nel vuoto.