Un nuovo concetto di mascolinità
“Nackte Männer/Nudo maschile” è il titolo della nuova esposizione alla Vijion Art Gallery di Pontives (Ortisei), in val Gardena. Un titolo che racchiude in due semplici parole tutta la complessità di un tema che si confronta con più di duemila anni di storia dell’arte e della rappresentazione, e con la sempre crescente fluidità e indecifrabilità di una definizione, quella di mascolinità, che ad una vera definizione vorrebbe sottrarsi.
Al capo opposto di un ideale arco temporale che va dall’antichità ai giorni nostri ci sono le statue della Grecia classica, dove la figura maschile è simbolo di unità fisica e mentale, l’eroe e l’atleta sono rappresentati con perfetto equilibrio formale che è espressione di un perfetto equilibrio interiore. Il Rinascimento riprende questi concetti, si appassiona alla ricerca anatomica, alla verità della visione, ma esalta la bellezza dei corpi e della gioventù così che figure come il David di Donatello in bronzo, o quello in marmo di Michelangelo diventano simboli della città, della nuova classe dirigente. Non c’è molto spazio per la bruttezza, per la diversità o per la fragilità in quest’arte profondamente idealizzata, così come non c’è nell’arte profondamente politicizzata del nazionalsocialismo. La mascolinità è granitica, come è granitico il senso di appartenenza, ad un popolo, ad una razza e ad una nazione.
Poi qualcosa cambia ed il nudo maschile diventa più ambiguo. Non è più solo bianco ma anche nero, sfrontatamente omoerotico, come nelle foto di Robert Mapplethorpe o nei dipinti di David Hockney. Si apre un universo di possibilità, incertezza e fluidità che ora esplode nei media non più come trasgressione ma come un manifesto, un dato di fatto.
Il maschio eterosessuale esce dagli smoking e dai tuxedo per indossare abiti di pizzo trasparenti firmati Gucci. Cedono le posture, si flettono i polsi, si sdoganano le lacrime. E tutto questo non ha a che fare con l’orientamento sessuale, o meglio, francamente a nessuno importa. Il desiderio imperante è quello di non essere classificati, di poter esprimere di sé ciò ognuno desidera senza costrizioni, potersi mostrare fragili, frammentari, spaesati.
Le opere degli artisti in mostra alla galleria Vijion navigano in questo universo di incertezza. Sono figure scarne, lontane dallo slancio atletico degli eroi greci, si raccolgono in sé stesse oppure sfoggiano baldanzosamente la loro plateale diversità.
La mostra è visitabile alla Galleria Vijion di Pontives-Ortisei dal 18 febbraio al 19 marzo, con la possibilità di comprare le opere in mostra.