Culture | Convegni

L’architettura moderna in alta quota?

“Rifugi in divenire: architettura, funzioni e ambiente”, la mostra rimane aperta fino al 28 marzo.

Trento – L’architettura moderna si sta spostando sempre più in alta quota, ma è una salita difficile, perché molto discussa. Rifugi e bivacchi hanno una fisionomia tradizionale che ai più risulta del tutto indigesto stravolgere con nuovi stilemi architettonici: l’uso privilegiato di materiali come legno e pietra, il tetto spiovente, le dimensioni tutto sommato contenute fanno parte di un’organica idea di montagna che non si vorrebbe veder cambiata. La discussione è in realtà più ampia, supera la mera questione estetica, e diventa anche funzionale: il numero sempre maggiore di fruitori di molti rifugi alpini, la necessità di utilizzare energie rinnovabili, di rendere sempre più efficienti da un punto di vista energetico gli edifici e di contenere i costi di manutenzione, complicano ulteriormente la discussione. Tutto il concetto di rifugio montano va quindi ripensato.

Lo spinoso tema – che di quando in quando torna in auge nelle cronache della stampa – verrà trattato il 22 e 23 marzo durante il convegno internazionale dal titolo “Rifugi in divenire: architettura, funzioni e ambiente. Esperienze alpine a confronto” che si terrà a Trento, presso la sala della Cooperazione in via Segantini 10. L’evento è organizzato dall’Accademia della Montagna del Trentino in collaborazione con l’associazione Gestori Rifugi del Trentino, Sat, Provincia di Trento e associazione Cantieri d’Alta Quota Onlus.

Il programma (www.accademiamontagna.tn.it) prevede oltre a conferenze e dibattiti, anche alcune mostre. Una di esse in particolare riporterà i 24 progetti che hanno partecipato al concorso di idee bandito dalla Provincia di Bolzano nel 2012 per la ristrutturazione di tre rifugi: Ponte di Ghiaccio, Vittorio Veneto al Sasso Nero e Pio XII, che tante discussioni hanno creato tra gli appassionati di montagna in Alto Adige.