Politics | L'indagine

Dove sono le donne sindache?

La fotografia di Openpolis: più presenza femminile nelle istituzioni ma non nei posti di comando. Nessuna delle grandi città con oltre 300mila abitanti ha una sindaca.

Undici sono, al momento, i competitori in corsa per la poltrona di sindaco a Bolzano (la candidatura di Vanja Zappetti per la lista I Love my Town, tuttavia, non è ancora confermata), di questo nutrito parterre fanno parte solo tre donne: Caterina Pifano del Movimento 5 Stelle, Elena Artioli per la lista Artioli sindaca e Anna Pitarelli, ex consigliera della Svp, che si presenterà con la Lista Anna Pitarelli. Un dato che non smentisce il trend nazionale: secondo un’indagine denominata “Trova l’intrusa” a cura di Openpolis - l'osservatorio civico della politica italiana che si occupa di accesso ai dati pubblici infatti - in Italia, ad oggi, la carica di sindaco è quasi un monopolio maschile. Il ruolo, del resto, è ricoperto da una donna solo nel 14% dei circa 8000 comuni italiani.

Fonte: Openpolis

Più grande è il comune, inoltre, più è improbabile che a guidarlo sia una donna. Nei comuni di media dimensione, tra 20 e 100mila abitanti, la quota raggiunge il 9% e la percentuale sale man mano che la dimensione del luogo scende: nelle città tra 100 e 300mila solo il 3% dei sindaci sono donne.
Il comune più grande guidato da una sindaca è Ancona (città che conta circa 100mila abitanti), dove la prima cittadina è Valeria Mancinelli. Seguono, nell’ordine: Alessandria, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Molfetta, Empoli e Vercelli.
Nessuna città con più di 300mila abitanti è amministrata da un sindaco donna, mentre, di contro, in tre anni la presenza femminile è aumentata considerevolmente all’interno delle istituzioni municipali.

Più donne nelle istituzioni, dunque, ma non nei cosiddetti ruoli di potere.

L’elaborazione, che ha analizzato la presenza femminile negli organi politici, prima a livello europeo e nazionale, passando poi alle regioni e arrivando agli enti locali, è stata effettuata sui dati del ministero dell’interno al 31 dicembre 2015. Tra gli altri, il comune di Roma non è incluso nella rilevazione in quanto commissariato fino a nuove elezioni.