Society | Il “rinnovamento” della Chiesa

Il Papa “francescano” e il Cardinale “sontuoso”

Il Pontefice abita in un bilocale di settanta metri quadrati. Accanto a lui, il Cardinale Bertone sta per fissare la sua dimora in un attico dieci volte più grande.

Chi, la domenica di Pasqua, ha seguito in televisione la messa officiata dal Papa a San Pietro, non avrà potuto non notare la scena finale. Quella del Pontefice che sfrecciava tra la gente a bordo di un veicolo non protetto dai vetri antiproiettile, dunque reso potenzialmente vulnerabile a un attacco che già una volta fu sferrato al successore di Pietro proprio in una circostanza simile, nella stessa piazza.

Indubbiamente lo stile di Jorge Mario Bergoglio corrisponde all'idea che molti cattolici (ma anche molti osservatori laici) si sono fatti del “rinnovamento” della Chiesa. Una struttura per definizione piramidale, rappresentata da una élite distante dal popolo dei fedeli, per non dire dal mondo degli “ultimi”, e la cui ispirazione celeste è notevolmente offuscata da consuetudini e privilegi di chiarissima marca “temporale”.

Ma non è (o non sarà) una missione agevole. Anche perché il “nemico” di Bergoglio è saldamente insediato proprio all'interno degli stessi palazzi vaticani nei quali il Papa sta cercando di aprire porte e finestre. Ne è una plastica dimostrazione la vicenda che riguarda il confronto tra la dimora del Pontefice e quella di uno dei cosiddetti “Principi della Chiesa” a lui gerarchicamente più vicini. E così le cronache raccontano oggi dell'ira “francescana” che avrebbe colpito Bergoglio alla notiza che il Cardinale Tarcisio Pietro Evasio Bertone stia per prendere possesso di un mega attico dalle proporzioni spropositate: 700 metri quadrati ricavati dall'unione di due appartamenti nel Palazzo San Carlo (mentre il Papa abita in un bilocale – per dimensioni dieci volte inferiore – a Casa Santa Marta).

Paupertas artis omnis perdocet, diceva Plauto. Una frase che evidentemente è di difficile interpretazione soprattutto da parte di chi il latino riesce sia a masticarlo che a sputarlo

Giotto, Assisi, Particolare dell'Allegoria della Povertà