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Quegli ottanta euro andati in fumo

Il Caaf della CGIL precisa: il datore di lavoro assegna il bonus fiscale sulla base di una previsione sul reddito annuale, il modello 730 è lo strumento di verifica.

Se nel 2015 più di diciassettemila contribuenti altoatesini hanno percepito indebitamente il bonus di 80 euro introdotto dal governo Renzi e ora lo devono restituire, „l'errore non è dell'Agenzia delle entrate“ che predispone il modello 730 precompilato". A chiarirlo è il centro di assistenza fiscale (Caaf) del sindacato GCIL/AGB. Secondo il direttore Marco Pirolo, le spiegazioni possibili dell'errata attribuzione del bonus sono due: o il contribuente ha sbagliato a interpretare la norma, oppure l'errore è del datore di lavoro.

Il bonus, spiega Pirolo, è parte integrante della busta paga emessa dal datore di lavoro e viene concesso sulla base del reddito presunto, che non deve superare i 26mila euro. "Le aziende di solito chiedono ai lavoratori di sottoscrivere un modulo con il quale dichiarano il reddito complessivo presunto annuale, ma spesso capita che tale modulistica non venga prodotta e pertanto può capitare che il bonus venga concesso indebitamente, o in alcuni casi non concesso." La dichiarazione dei redditi è lo strumento di verifica per correggere eventuali errori. “Serve infatti - chiarisce Pirolo - a far recuperare al fisco il bonus percepito indebitamente, o al lavoratore il bonus non percepito in busta paga." 

Secondo i dati forniti dal presidente Arno Kompatscher in una risposta ad un'interrogazione del consigliere provinciale Andreas Pöder (BürgerUnion), i contribuenti altoatesini che dovranno rendere il bonus fiscale di 80 euro sono 17.500, per un importo complessivo di quattro milioni di euro. La somma dovuta andrà restituita in sede di dichiarazione dei redditi. Nella risposta, Kompatscher aveva citato, come una delle possibili causa dell'errore di attribuzione del bonus, um modello 730 precompilato con dati errati.