Dall'Europa ormai non si scappa

Se l'Europa chiedesse ai partiti dei vari paesi aderenti di svolgere il tema “Il valore attuale dell'unità europea, il significato delle elezioni per la nomina del parlamento europeo, le prospettive per il futuro”, la quasi totalità dei partiti, alla luce di quanto ci hanno informato in merito durante la campagna elettorale, andrebbero fuori tema per impreparazione e per eccessiva attenzione al quadro nazionale.
Con poche eccezioni, infatti, tutti si sono posti in atteggiamento aprioristicamente critico rispetto all'esistenza stessa dell'Unione Europea, stigmatizzando un presunto effetto devastante sulle economie nazionali della moneta unica. Questo in assenza di una benchè minima analisi di quanto sarebbe invece necessario correggere nell'istituzione sovranazionale europea, per renderla efficiente ed utile per tutti i suoi paesi.
Certo che esistono delle forti storture nella gestione presente dell'UE ed in particolare una pesantissima burocrazia, che complica oltremodo il raggiungimento di decisioni condivise in un ancora rigido contesto di interessi nazionalistici. È lo stesso fenomeno che in scala ridotta si riproduce nella gestione dei singoli paesi membri, quando i condizionamenti dei troppi partiti rallentano la macchina dello stato e la rendono farraginosa.
Certe strade però, quando sono intraprese, non consentono vie di ritorno, perchè non esiste la possibilità di ripristinare il contesto economico ante UE. Conseguenza sarebbe un inevitabile isolamento dei paesi fuoriusciti, nessuno dei quali autosufficiente, ed un'accentuazione delle loro difficoltà. Allora non rimane che continuare con l'UE ridiscutendola e sviluppando maggiormente il senso di solidarietà fra i paesi componenti.
In uno stesso corpo non possono esistere organi funzionanti ed altri inceppati, in quanto il corpo nel suo complesso ne risente negativamente. È necessario che venga presa coscienza che un problema della Francia, lo è in una certa misura anche della Germania, dell'Italia ecc. Lo sbarco degli immigrati ne è un chiaro esempio: la UE deve farsene carico, perchè è solo un fatto di pura geografia fisica che l'Italia abbia il 70% del territori bagnato dal mare e quindi sia per loro il più vicino e naturale approdo.