Culture | TRENTINO

I primi 10 anni del MUSE

Domani a Trento la festa per il decennale del Museo delle scienze: il Direttore Michele Lanzinger ne ripercorre le tappe principali e i punti di forza

Domani, sabato 22 luglio, il MUSE festeggia i primi 10 anni di attività. Una giornata di celebrazioni e conferenze per omaggiare un importante traguardo, sulla scia di un successo che ha permesso di registrare un continuo favore da parte del pubblico. Il MUSE, infatti, si è imposto fin da subito come un’attrazione nella città di Trento: mentre le visite, già dal primo anno, raggiungevano quote altissime e le immagini delle lunghe code dimostravano la curiosità dei visitatori, l’alto numero dei biglietti ha permesso di allontanare le lunghe polemiche sui costi che ciclicamente tornano ad accompagnare il dibattito sulla riqualificazione dell’ex area Michelin. Se l’operazione urbanistica del quartiere Le Albere vive di alterne fortune, non si può dire lo stesso del MUSE, che rappresenta, ormai, una solida realtà museale, non solo per l’esposizione permanente ma anche per le mostre temporanee che vengono regolarmente proposte, in un polo diventato anche centro di ricerca scientifica. Un successo che, però, implica dinamismo ed investimenti, per continuare ad essere attrattivo sui vari fronti: ne parliamo con il Direttore del MUSE Michele Lanzinger. 

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Il Direttore del MUSE Michele Lanzinger: "Ogni anno il museo crea un giro d’affari di circa 50 milioni di euro. Non si tratta solo dei biglietti, ma anche del merchandising e degli sponsor". (Foto: MUSE)

Salto: Dottor Lanzinger, 10 anni sono una tappa importante per il MUSE, soprattutto dopo le aspre critiche legate ai costi, si può tracciare un bilancio? 

Michele Lanzinger: Il grande progetto di recupero dell’ex area Michelin ha visto scontrarsi detrattori e sostenitori, bisogna però ricordare che, soprattutto per quanto riguarda i costi, si è trattato di investimenti per la maggior parte privati, mentre la realizzazione del museo fu preceduta da un ampio studio di fattibilità, approvato dalla Provincia. Era importante rispettare i costi iniziali, con un’affluenza preventivata di 160/200 mila spettatori all’anno, ma già nel primo anno abbiamo avuto circa mezzo milione di persone, un numero di rilievo per uno spazio che può contenere, al suo interno, al massimo 900 persone nello stesso momento. 

Il MUSE è diventato quindi un significativo centro di investimenti per la città di Trento? 

Ogni anno il museo crea un giro d’affari di circa 50 milioni di euro. Non si tratta solo dei biglietti, ma anche del merchandising e degli sponsor. Sicuramente ci sono i costi di gestione o la necessità di preventivare eventuali insuccessi, ma il MUSE ha già restituito i costi di costruzione, superando ampiamente la quota dei 4 milioni di visitatori. Si deve poi considerare anche la parte di ricerca e didattica, insieme ai fondi europei. 

Abbiamo sempre qualcosa di nuovo, grazie anche alla disponibilità dei due spazi espositivi del palazzo delle Albere e del MUSE

Si tratta di un connubio tra esposizione e ricerca? 
 
Il MUSE è un istituto di ricerca che collabora con università e pubblica a livello internazionale. Oltre ai 40 ricercatori che lavorano nel museo, offriamo programmi per giovani adulti, universitari, serate fatte apposta per studenti…un modo per stimolare la conoscenza e il dibattito scientifico. 

Uno degli elementi del successo è proprio l’interattività dell’esposizione, che non si limita a farsi guardare…

Abbiamo pensato ad uno spazio espositivo con poche vetrine, con pezzi nelle teche ma anche vicini agli spettatori, con la possibilità di interazione nelle varie aree per approcciare le relazioni con il territorio locale ma avere anche uno sguardo rivolto al resto del mondo, cercando quindi di creare un mix di funzioni diverse. 

Caratteristiche che lo rendono adatto anche alle famiglie? 

Molte famiglie vengono a visitarci per la prima volta, per poi tornare. Non siamo infatti un museo che ha nei visitatori stranieri la maggiore attrattiva, le statistiche ci dicono che il 60% del nostro pubblico arriva dalle regioni limitrofe. C’è chi viene per un’escursione in giornata,  chi si ferma mentre fa tappa in Trentino per le vacanze, chi si trova a Trento e torna da noi, il MUSE diventa un’ottima alternativa di visita, consigliata anche dagli albergatori, sia d’estate che d’inverno.

Muse
I primi dieci anni di MUSE: "I musei devono diventare un luogo di attivismo ambientale. Non è più sufficiente la sola missione di conservazione, ma ci si deve muovere verso una visione di interazione con il pubblico​​​​​​​"

Tra i motivi che spingono il pubblico a tornare ci sono poi le molte mostre temporanee?

Abbiamo sempre qualcosa di nuovo, grazie anche alla disponibilità dei due spazi espositivi del palazzo delle Albere e del MUSE. Questo permette di avere un lato più filosofico-artistico, in dialogo con il MART di Rovereto, e un lato più scientifico-interattivo. 

Nella giornata di sabato 22 verrà coinvolta l’intera aerea? 

Sarà una giornata ricca di eventi, con un programma che comprende talk show con giovani ricercatori per parlare del tema dell’Antropocene, spettacoli teatrali, degustazioni e concerti, per vivere appieno lo spazio interno ed esterno del MUSE. 

I musei quindi diventeranno sempre più luoghi di dialogo e confronto, vista anche l’emergenza climatica che stiamo vivendo? 

I musei devono diventare un luogo di attivismo ambientale. Non è più sufficiente la sola missione di conservazione, ma ci si deve muovere verso una visione di interazione con il pubblico, per stimolare il dibattito e far crescere la consapevolezza: si tratta di una trasformazione del concetto di museo e, nel prossimo futuro, è questa la direzione da intraprendere.