"Sì all'autonomia integrale"
Aspiranti consiglieri come scolari diligenti, pronti a prendere appunti per poi sostenere al meglio davanti agli elettori la proposta di governo della provincia. Succede in Trentino, dove il movimento 5 stelle locale ha organizzato un corso di formazione per i candidati alle elezioni provinciali del 21 ottobre 2018. Il ciclo di sei incontri è già iniziato con il primo appuntamento nella sala prenotata all’hotel Adige di Mattarello.
Lo spunto di lavoro, a mo’ di sussidiario, è la piattaforma programmatica che stanno elaborando i gruppi di lavoro coordinati dal meetup Trentino 5 stelle, d’intesa con i portavoce eletti. “Un programma oggi di circa 50 pagine, opportunamente suddivise in 16 capitoli per 16 ore di lezione specifiche su singoli temi”, precisa il meetup.
Il programma in bozza
Sembrerebbe una scuola di partito in chiave moderna, anche se la parola nel movimento non si può pronunciare. Evidentemente, una formazione mirata sul vasto documento è stata ritenuta utile dai grillini locali che si sono ritrovati in oltre una ventina nella passeggiata ferragostana a Millegrobbe, sull’altopiano di Luserna-Lavarone, assieme al candidato presidente Filippo Degasperi. Riguardo al programma nel dettaglio, i caposaldi si possono leggere nella bozza di giugno che è in via di perfezionamento.
Il bersaglio della svolta auspicata per il 21 ottobre dal movimento locale, contenuta in un documento che riprende molti tratti dell’utopia originaria dei 5 stelle, è la natura stessa della governance dell’autonomia e della PAT, la Provincia autonoma di Trento, così come plasmata dal ventennio del centrosinistra autonomista, ora uscito a pezzi dalla discussione sul candidato presidente. Un sistema, quello provinciale, nel quale “i soldi dei trentini” sono stati spesi “in modo nebuloso, personalistico, soggettivo e non controllato”, afferma il programma. Nel mirino “la pioggia di denaro” prelevato da cittadini e imprese che invece di alimentare la crescita generale ha creato “distorsioni e clientele finalizzate a mantenere il consenso elettorale”. Tutto questo mentre “si sono tagliati sempre più i fondi destinati a servizi e diritti (sanità, scuola, welfare)”.
Sanità first, come in Alto Adige
La sanità è al primo punto del programma, fondato sul concetto di Beni comuni. Un’analogia con Bolzano dove si insiste molto sulle correzioni delle politiche per la salute. L’ottica è mantenere i servizi nelle valli e periferie, contro l’accentramento sui centri ospedalieri di Trento e Rovereto che ha allontanato la popolazione dal centrosinistra. Si opta quindi per il “mantenimento dei punto nascita di Tione e Cavalese”. Previsto anche “il potenziamento delle strutture ospedaliere territoriali (Borgo Valsugana, Cles, Tione, Arco, Cavalese, Pergine) sulla base delle diverse specializzazioni e vocazioni, contro il modello della sanità a mezzo elicottero”.
Per la scuola, fondamentale bene comune per i 5 stelle, l’imperativo è scardinare “il modello attuale fondato sul controllo politico del sistema scolastico”.
No alla Tav, sì al trasporto pubblico
Capitolo infrastrutture, molto sentito: Il “Trasporto Pubblico” (in maiuscolo) è la colonna vertebrale della tutela ambientale. Deve essere quanto più “efficiente, veloce, energeticamente sostenibile, puntuale, capillare” e senza tariffa, ovvero gratuito. Il progetto Tav-Tunnel del Brennero va bloccato per scongiurare “i danni irreversibili alle risorse idriche” e “una spesa di 65 miliardi che ricade sulle generazioni future portando al taglio dei servizi pubblici essenziali”. Per ovviare si può “far funzionare l’attuale ferrovia del Brennero al massimo della sua capacità”. Netta opposizione anche per l’autostrada Valdastico nord.
Ci sono poi numerose altre proposte, per capitoli quali idroelettrico, turismo, autonomia, enti locali, naturalmente democrazia diretta (con il sì alla legge del comitato Più democrazia in Trentino, i referendum confermativi senza quorum e dibattiti pubblici sulle grandi opere), e poi per giovani, anziani, welfare e via dicendo.
Sì ad esempio alla “ri-pubblicizzazione del servizio idrico”, valutando “la proposta di azionariato popolare”, e al Trentino come “grande Distretto del biologico” in agricoltura. No all’Irap che va abolita per imprese e professionisti.
Autonomia integrale
Ecco il tema autonomia: la Specialità va capovolta rispetto alla gestione “sempre più verticistica e politicizzata” che ha fatto diventare “il Trentino una sorta di società feudale”, con la popolazione “vessata dai poteri forti”. Il M5s è per “l’autodeterminazione dei cittadini a partire dai territori” e quindi per “l’autonomia integrale” da attuare attraverso il Terzo statuto di autonomia, che preveda “per la Provincia la competenza primaria in materia di fisco e riscossione e il riconoscimento allo Stato centrale una percentuale sulle entrate per coprire i costi dell’attività amministrativa centrale, della giustizia e della difesa”. L’Svp può rallegrarsi visto che predica le ragioni proprio dell’autonomia integrale.
La Pat-Provincia autonoma di Trento da “costoso carrozzone” deve trasformarsi “in un ente erogatore di servizi per cittadini e imprese”, lasciando le “rendite di posizione” e tornando a investire “sui beni comuni e sui servizi pubblici”. In materia di enti locali si propone la “cancellazione delle Comunità di valle” (un ente intermedio introdotto da Lorenzo Dellai, mai decollato) e il conseguente “trasferimento delle competenze alle unioni e alle associazioni volontarie tra Comuni”.
Naturalmente, sono molti altri gli obiettivi e gli impegni contenuti nelle quasi 50 pagine di programma di un movimento che, forte dell’onda nazionale e del governo giallo-verde, mira ad andare ben oltre i due consiglieri eletti nel 2013.
Bene quando fanno le gite in
Bene quando fanno le gite in montagna, li almeno non fanno danni...
Infatti, il centrosinistra
Infatti, il centrosinistra che ha governato finora, purtroppo, non ha mai fatto gite in montagna
hahahahaha, grande rheticus!
hahahahaha, grande rheticus!