Da mediano a regista
Torno a parlare con Angelo Gennaccaro a una distanza di quattro anni e mezzo dall'ultima ampia intervista che gli feci, ricordo, in un bar di via Roma, collocato proprio davanti alla scuola dalla quale l'ex insegnante (ed ex attore) spiccò il volo per un suo considerevole successo politico alle scorse amministrative. Quattro anni e mezzo sono molti, è un ponte largo, sotto al quale è passato tutto il fiume della legislatura, e “il Genna” non è stato certo alla finestra a guardarlo semplicemente trascorrere, quel fiume, visto che in qualità di assessore allo sport e ai giovani ha fatto parte dell'azione del governo targato Renzo Caramaschi. Per ritrarlo, allora, utilizzai la metafora calcistica del mediano (“... anche solo misurando il ritmo battente con il quale espone il suo pensiero, non c’è dubbio che Gennaccaro sia provvisto del fiato necessario per percorrere – qualche telecronista iperbolico direbbe “arare” – tutto il centrocampo della politica bolzanina”). Metafora che può tutto sommato essere conservata, ma l'esperienza acquisita e le ambizioni nel frattempo maturate potrebbero fare addirittura pensare a un cambio di ruolo, quando si tratterà di rifare la formazione che conta. Forse il mediano cambierà allora posizione, collocandosi in uno spazio più avanzato, sempre per correre a perdifiato, certo, ma magari anche per svolgere una funzione di regia che lo accrediti non più – o non solo – come “ago della bilancia”, ma come “mattone pesante” di una costruzione ancora tutta da immaginare. Intanto gli chiedo come ha vissuto la sua prima stagione all'interno della Giunta.
La porta del mio ufficio era sempre aperta
“Sono stato un assessore operaio”, esordisce. “La cosa che ho praticato di più è stata l'ascolto. Posso dire che la porta del mio ufficio era sempre aperta, e sono entrate persone che magari non cercavano neppure me, ma semplicemente qualcuno che le potesse aiutare a capire dove dovevano rivolgersi. Io non mi sono mai tirato indietro, talvolta provando a dare una mano anche in circostanze che esulavano dalle mie strette competenze o responsabilità. Del resto, io intendo la politica proprio in questo modo, non mi arrendo davanti a problemi che potremmo definire strutturali, ci metto tutto l'impegno possibile”. Impegno che comunque ha dato risultati concreti, ovviamente, soprattutto in relazione al lavoro svolto nell'assessorato di sua pertinenza. “Credo di essere riuscito a favorire un buon collegamento tra le associazioni del territorio, al di là dei gruppi di appartenenza e anche rispetto a certe carenze che andranno sicuramente integrate nella prossima legislatura. Ricorderò comunque con particolare soddisfazione l'organizzazione delle due edizioni del festival dello sport, che hanno portato sul Talvera quasi 15.000 persone”.
Dobbiamo superare le carenze della macchina amministrativa
Il richiamo alle carenza strutturali (al fatto di doversela cavare con pochissimi collaboratori, per esempio) apre il capitolo del contrasto con il sindaco Caramaschi, che non ha mancato di punteggiare o di rendere talvolta non esattamente idilliaci i rapporti tra i due. Niente di strettamente personale, ci tiene a precisare Gennaccaro, tuttavia il rammarico di non aver sentito un vero appoggio (usa la parola "accompagnamento") da parte del primo cittadino, di non essere riusciti insomma a creare un team di lavoro capace di accrescere la sintonia complessiva, anche tra i vari membri della Giunta, è un punto dolente che non si vuole tacere: “La prima parte del mio programma per la prossima legislatura riguarda proprio il funzionamento dell'amministrazione. Caramaschi arrivava come uno che conosceva alla perfezione la macchina, quindi mi aspettavo una crescita di efficienza, perlomeno un'evoluzione. A mio avviso, invece, non si è lavorato abbastanza sul capitale umano, non si sono valorizzate le persone capaci, non si è favorito il ricambio generazionale. Faccio solo un esempio: possibile non mettere sul tappeto il tema della rotazione dei dirigenti? Perché un assessore che si insedia non può contare sull'appoggio di quadri che almeno ne condividano l'impostazione politica? So benissimo che tali cambiamenti dipendono dalle leggi regionali, quindi non possono essere prodotti a piacimento. Eppure il nodo resta, e se vengono riscontrati dei blocchi, degli intoppi, è giusto segnalarlo, almeno per contribuire a mutare la sensibilità”.
Sul tram non abbiamo preso in considerazione il sentimento della città
Altra questione solo in apparenza cicatrizzata, quella del tram. Gennaccaro avanzò dubbi precoci sull'operazione, sia sull'entità del tracciato, ma anche più in generale sul senso di un intervento inviso a gran parte della popolazione: “Non bisognava avere la lampada di cristallo per capire che, al referendum, il tram sarebbe stato bocciato. Anche in questo caso riscontro uno scollamento tra l'indirizzo poco collegiale che il sindaco ha dato ai lavori della giunta e il sentimento della gente. Che sbaglio clamoroso aver detto, a pochi giorni dal voto, che il progetto sarebbe comunque andato in porto anche senza un riscontro referendario positivo! Un'amministrazione connessa alla sua città un errore di questo genere non lo fa. Se stai nella città, se ascolti quello che si dice in giro, lo sai, lo senti e non puoi pretendere di calare tutte le decisioni dall'alto. Invece si è preferito tirare dritto, senza ponderare a sufficienza le alternative. E i cittadini poi hanno presentato il conto”.
Resto equidistante dai blocchi, tuttavia...
Le critiche al sindaco tirano le corde del sipario sulla consultazione elettorale alle porte. Impossibile, ovviamente, pretendere da Gennaccaro una dichiarazione di adesione preventiva a uno dei due candidati maggiori. Senza escludere una rinnovata collaborazione con Caramaschi (“Tutti i punti del programma, sottoscritti all'inizio, hanno sempre visto la nostra adesione”), la lista “Io sto con Bolzano” include, fin dal nome, uno spirito di pragmatismo governativo che non lesina la possibilità di collaborare in prospettiva anche con lo sfidante, Roberto Zanin: “Una brava persona, un vero moderato, che si esprime non utilizzando i toni gridati di chi lo sostiene, e del quale sono anche amico personale”. Tutto si giocherà, come sempre, dopo che la distribuzione del consenso espresso nelle urne avrà chiarito se le forze più estreme (sia a destra come a sinistra) favoriranno o meno l'apporto di chi resta collocato al centro dello schieramento. Per adesso la valutazione concerne le prime mosse che i due blocchi hanno accennato sulla scacchiera della campagna elettorale. E qui, almeno un po', Gennaccaro subisce la tentazione di sbilanciarsi: “Io francamente ho visto più presenti sul territorio, nelle piazze, nei mercati, tra la gente, quelli che appoggiano Zanin. Vedo anche un maggiore gioco di squadra, mentre nel Centrosinistra ognuno sta andando per conto proprio. Magari gli altri confidano in altre strategie, tutto può essere. Ma lo ripeterò fino a costo di risultare noioso: senza ascoltare i cittadini è dura ottenere la loro fiducia, perché alla fine contano le persone, quelle che puoi guardare negli occhi, alle quali stringi la mano o con le quali ti trovi per bere un caffè, lontano dai battibecchi sui social o dall'alienazione creata mediante una comunicazione formale, tecnicistica, che poi è quello che giustamente la gente rimprovera sempre ai politici”.
Sull'areale la partita è ancora aperta, essenziale, comunque, non scordarci la periferia
Restano temi sparsi da affrontare. Dall'Areale ferroviario, il grande progetto che dovrebbe rivoluzionare l'immagine di Bolzano (“Qui mi permetto di essere prudente. È stato sicuramente un bene sbloccare i lavori, però la partita è ancora aperta e io credo che molte cose siano state sottovalutate, in primo luogo per quanto riguarda le questioni connesse con le opere di bonifica – che potrebbero alzare notevolmente i costi –, ma anche a proposito del soggetto che dovrebbe di fatto avviare i lavori, ad oggi non ancora identificato. Mi preoccupa inoltre moltissimo questa tendenza ad insistere nell'investire la maggior parte delle energie in una sola zona della città, che poi è sempre quella a ridosso del centro, mentre si potrebbero avviare tante nuove iniziative nella cosiddetta periferia, che deve essere sicuramente aiutata ad uscire dal suo isolamento”), fino alle questioni più generali che concernono la relazione tra etica e politica (“Mi sembra significativo che proprio chi ha fatto della trasparenza e della morale in politica una bandiera, oggi sia costretto a leccarsi le ferite patite in conseguenza dei propri scivoloni. Per me l'etica conta senz'altro, non dico di no, ma non deve essere sbandierata, deve emergere dal lavoro e dalle scelte quotidiane di ogni singolo individuo, sperando che poi i cittadini abbiano la pazienza di approfondire e verificare quello che è stato fatto”).
Il mio sogno è vedere finalmente una cultura aperta a tutti, questa – a mio avviso – la svolta che dovremmo compiere nei prossimi anni
Chiudo con una domanda sibillina: posto che Gennaccaro venga rieletto, posto che alla sua squadra (la lista presenta 45 nomi, rappresentanti i più diversi aspetti della società, quindi altamente composita, specchio di ciò che Bolzano è diventata negli ultimi anni) gli elettori tributino un riconoscimento in linea con le ambizioni del suo principale esponente, c'è un assessorato che lui ritiene particolarmente importante, essenziale o strategico per incidere maggiormente sul piano amministrativo? “Non vorrei parlare di me, che del resto sono candidato Sindaco, quindi non punto in primo luogo a fare l'assessore – così la replica, accorta e ironica –, posso però dire in generale che uno dei settori che mi piacerebbe venissero potenziati è quello della cultura. Il mio sogno è veder crescere un maggior collegamento tra la produzione culturale di vertice e la partecipazione dei cittadini a quegli eventi, spettacoli e manifestazioni che attualmente restano forse ancora appannaggio di una cerchia non estesa di fruitori. Indipendentemente da chi vincerà le elezioni, indipendentemente anche dalla mia eventuale partecipazione al nuovo governo cittadino, è sulla cultura e soprattutto sulla sua accessibilità che abbiamo bisogno di accrescere il nostro impegno”.