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“I miei giorni da contadino”

Volontariato in montagna, il 23enne Jakob Messner, impiegato e musicista, e la sua breve esperienza in un maso altoatesino: “Che fatica, ma rendersi utili ripaga”.
Jakob Messner
Foto: Jakob Messner

Jakob Messner, ha 23 anni, viene da Chiusa, nella Val d’Isarco, e da grande non vuole fare il contadino. Non gli dispiace però vedere che effetto fa “sporcarsi le mani”. L’occasione l’ha trovata con l’Associazione Volontariato di Montagna (Odv) che offre la possibilità - previa stipula di un’assicurazione contro gli infortuni e la responsabilità civile - di aiutare per un breve periodo di tempo presso un maso altoatesino gli agricoltori nel lavoro quotidiano, dal taglio del fieno alla raccolta nei campi, alla mungitura delle mucche, dalle prime luci del mattino fino alla sera. Un paio di braccia in più, del resto, fanno comodo. In cambio vitto e alloggio, un diversivo rispetto alla vita cittadina, e qualcosa da raccontare al traguardo.

 

Jakob, che fa l’impiegato a Bolzano e il musicista per passione, a causa delle ripercussioni causate dalla pandemia di Covid-19 quest’estate ha dovuto mettere in stand-by gran parte delle sue performance musicali e rinunciare a un viaggio pianificato in precedenza negli Stati Uniti. Ergo: si è ritrovato con molto tempo a disposizione. Avendo già avuto in passato contatti con il mondo dell’agricoltura e dopo un’esperienza da malgaro in Austria, Jakob è tornato a guardare alla terra. Si rivolge per la prima volta all’Odv che lo “affida” per cinque giorni a una coppia di contadini, nella zona di Merano, in un maso a un’altitudine di 1.200 metri. “Mi svegliavo la mattina alle 6.15 e fino alle 21 di sera c’era da fare, io mi occupavo principalmente di raccogliere il fieno e di spalare il letame nella stalla. Posso dirlo? Avevo dimenticato quanto puzzano le mucche”, racconta ridendo Jakob. “Certo è stata dura, la sera appena poggiavo la testa sul cuscino crollavo, ma me la sono andata a cercare. Il contadino presso cui stavo mi prendeva anche un po’ in giro, mi diceva: ‘Hai voluto la bicicletta…’. Il quinto giorno, l’ultimo, ho visto la cosiddetta luce in fondo al tunnel”.

Mi svegliavo la mattina alle 6.15 e fino alle 21 di sera c’era da fare, io mi occupavo principalmente di raccogliere il fieno e di spalare il letame nella stalla. Posso dirlo? Avevo dimenticato quanto puzzano le mucche

 

Se da una parte la fatica contadina non fa sconti dall’altra conoscere da vicino i laboratori della terra ripaga: “Non mi aspettavo di andare in vacanza e non devono aspettarselo nemmeno quelli che vogliono tentare quest’avventura - avverte il giovane -. Cosa mi ha dato questa esperienza? Nuovi stimoli, un senso di evasione e alienazione dalla routine quotidiana che con l’emergenza sanitaria si era appesantita non poco. Ho staccato la spina, insomma”.

Un esperimento alternativo andato a buon fine è un segnalibro per il futuro. “Se lo rifarei? Eccome - dice infine Jakob -. Non è per tutti, ci vuole grande motivazione, anche perché bisogna impegnarsi gratis, ma proprio per questo il proprietario del maso non potrà pretendere la luna. Mettersi alla prova non costa nulla e soprattutto si fa qualcosa di buono. Ci si immerge nella natura e ci si rende utili dando il proprio contributo. Vi pare poco?”.