
Marmotte bagnate
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Come Bill Murray in Pennsylvania, anche i bolzanini hanno i loro Giorni della Marmotta. E se non sono fissi come il 2 febbraio cinematografico, ricorrono comunque annualmente, a scadenza praticamente fissa, ogni giorno di pioggia che la natura ci manda in agosto.
Come nel famoso film, anche ogni estate ci svegliamo regolarmente in un Groundhog (Rainy)Day, rivedendo immagini identiche che si ripetono con una certezza ormai ferrea: i turisti in lunga attesa da Ötzi, con la fila che si allunga sempre di più su Via Cassa di Risparmio; le auto immobilizzate all’ingresso della città da Rencio, le lunghe file di auto in attesa di entrare in un parcheggio in centro città (compresa una fila disordinata in via Claudia de Medici, dove ci sarebbe anche una clinica che per i pazienti diventa inavvicinabile, nonostante il segnale di parcheggio pieno dovrebbe indicare ai turisti di proseguire nella loro ricerca…
Insomma, le solite immagini, accompagnate poi dai soliti servizi e articoli sull’assalto di auto e turisti (questi forse gli unici che cambiano, almeno lingua e abitudini). Quale prospettiva abbiamo di risvegliarci da questo rituale estivo (e non solo) e scrollarci di dosso la maledizione della marmotta?
Per ora il focus della Giunta comunale sembra sia quello di fluidificare il traffico, più che di calmierarlo. Aspettiamo altre misure, perché l’aumento in arrivo dei parcheggi in centro città non offre molte speranze. Le auto si metteranno presto in fila per il mega parcheggio del WaltherPark, di prossima apertura, o per quello (con gli obbligatori quando/se) futuro di Piazza Vittoria – e la app promessa che dovrebbe indicare se ci sono posti disponibili poco potrà se l’accesso alla città non sarà regolamentato ben prima di entrare in città. Ai mercatini di Natale si è almeno provato a bloccare le auto fuori città – cosa impedisce di farlo regolarmente? L’aumento dei parcheggi in centro poco aiuterà alla dissuasione se non si pensa a un sistema funzionante.
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Ce la faremo mai? O continueremo a dare la colpa ai sindaci dei comuni limitrofi che non vogliono fare la loro parte o alla Provincia che non fa le circonvallazioni? Questo rimpallo di responsabilità sembra diventato lo sport locale.
Ne scrive oggi con molta forza e chiarezza la direttrice della ff a proposito di un altro tema eterno, il traffico sui passi dolomitici, ricordando che il suo settimanale ne aveva parlato la prima volta nel lontano 1995 (!). “La popolazione ne ha ormai abbastanza di scuse e di questo ping-pong sulle responsabilità,” scrive Verena Pliger, chiedendo all’assessore alla mobilità Daniel Alfreider di mostrare determinazione e coraggio per combattere con Roma. La stessa determinazione che chiediamo alla (relativamente) nuova Giunta comunale di Bolzano per combattere con la Provincia, con chi continua a sostenere che solo con le auto si fanno affari e – anche – con le nostre brutte abitudini. Ci dia una ragione per sperare di toglierci di dosso la maledizione della marmotta bagnata, perché altrimenti continueremo a svegliarci puntualmente, ad agosto come nei weekend prenatalizi, nello stesso identico Groundhog Day: le stesse file, le stesse auto ferme, gli stessi turisti spaesati. E, proprio come nel film di Bill Murray, non basta cambiare un dettaglio qua e là: fino a quando qualcuno non avrà il coraggio di rompere il ciclo cambiando l’atteggiamento, le abitudini e le strategie di gestione del traffico, il giorno della marmotta tornerà puntuale, anno dopo anno, immutabile come la pioggia di agosto.
Warum öffnet man das Museum…
Warum öffnet man das Museum nicht eine Stunde früher um 9.00 Uhr anstatt erst um 10.00.
Credo che sia abbastanza…
Credo che sia abbastanza normale che col brutto tempo non si vada in montagna ma si tenda a visitare arte e cultura; noi tutti siamo anche turisti, e quando piove non ce ne stiamo in una camera d'albergo ad aspettare il sole... E con tutte le cose belle che ci sono da vedere a Bolzano non capisco proprio come si possa stare in fila per vedere una mummia, pace all'anima sua!
Confesso che trovo questo…
Confesso che trovo questo articolo eccessivamente semplicistico. Intendiamoci, sono il primo a criticare Salto, che dei problemi di Bolzano Bozen dedica praticamente niente (e parliamo del capoluogo). Anche se, riflettendoci, Salto vive di pubblicità e quindi parla prevalentemente di gossip (e quindi, lupi, orsi e overtourism a tempi alterni all' acqua di rose). Ed è questo che vuole la gente, non più inchieste e giornalismo che mette alle corde i potenti, che pone domande, che spinge a riflettere.
Perché trovo questo articolo semplicistico? Perché innanzitutto Bolzano
Bozen non è intasata solo quando piove, ma in tante altre occasioni. E poi perché parliamo di un problema mondiale, trattato in modo provinciale (con valenza dispregiativa). Non esiste la bacchetta magica e nemmeno il super eroe che possa risolvere tutto. Qua ci dev'essere un gioco di squadra tra tantissime realtà,comuni limitrofi, Provincia istituzioni varie, il tutto guidato da soluzioni innovative e tecnologiche (vi invito a conoscere una realtà locale sviluppata da gente intelligente di questa terra: Touristinfo.ai ).
Per il resto non mi illudo più di nulla per il semplice motivo che chi potrebbe cambiare anche parzialmente questa situazione, nei fatti ha dimostrato di non eccellere in particolari abilità (la mediocrità al potere è estesa a tutti livelli e in tutta la società, giornalismo compreso).
Poi, ci sono fatti oggettivi comunque che certificano come Bolzano Bozen sia sempre stata ignorata e presa in giro sulle varie opere. E questa è storia.
Ma in fondo, per quanto mi riguarda,questo non è il punto. Il 16 di questo mese una ragazza di 19 anni è morta all' ospedale di Pisa a causa di profonda malnutrizione, severo deperimento organico e quadro clinico compromesso. E io sono intimamente sono devastato, perché in un mondo del genere non ci voglio vivere. Non è questo quello che sognavo da bambino. E, in mezzo a voi, mi sento tremendamente solo.