Sports | Intervista

"Non si regala nemmeno un metro"

Oggi inizieranno i Campionati mondiali di Xterra. Tra gli 800 atleti anche la sudtirolese Sandra Mairhofer: "Il mio sport mi porta in luoghi pazzeschi".
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Foto: (c) Privat

Solo a leggere le imprese degli atleti dei multisport si rimane a bocca aperta. Lo spettacolo che sono capaci di mettere in scena le triatlete e i triatleti, sia in estate che in inverno, ha semplicemente dell’incredibile. La fine del mese di settembre sarà dedicata proprio agli sport “fuoristrada” come il trail runnig e il cross triathlon. Da oggi (giovedì, 21) fino al 26 settembre, infatti, Molveno e le Dolomiti del Brenta diventeranno il palcoscenico dei Campionati mondiali di Xterra 2023, l’evento che riunisce i migliori specialisti del fuoristrada: 800 atleti provenienti da oltre 50 paesi. Tra questi spicca il nome della campionessa del mondo di cross triathlon in carica, l’altoatesina Sandra Mairhofer (tutti i suoi impressionanti risultati a questo link). Tra allenamenti in montagna, le ore di lezioni con i suoi alunni di Brunico e un annuncio inaspettato – e poco veritiero – dei giornali, ecco il resoconto dell’intervista di Salto.bz alla campionessa sudtirolese.

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Non ho gradito le ipotesi della stampa nazionale. Fare marathon mi piace, ma non ho intenzione di passare da uno sport all’altro. Continuerò a rimanere nel mondo del triathlon.

Salto.bz: Mairhofer, è specializzata nelle gare sia invernali, con la corsa, la mountain bike e lo sci da fondo (tutte e 3 praticate sulla neve), sia estive, con il nuoto e, anche qui, la corsa e la mtb. Da dove nasce questa passione e quanto è stata influenzata dal fatto di essere nata in Alto Adige, una terra dove è possibile praticare tutte queste discipline?

Mairhofer: Le cose che mi spingono ad allenarmi sono senza dubbio l’amore e la passione per la natura. Tutti questi sport mi portano in dei luoghi pazzeschi. Essere nata qui mi ha sicuramente influenzata: posso correre e pedalare nei boschi, in mezzo agli alberi. È affascinante. Alcune atlete si allenano in pista, io cerco sempre di adattarmi stando all’aperto. E poi il mio è uno sport “di nicchia”, l’ambiente è piccolo e famigliare.

Negli ultimi mesi, dopo il nono posto alla gara di mountain bike marathon dei Mondiali a Glasgow la stampa nazionale ha ipotizzato un suo passaggio definitivo dal triathlon alla mtb. È davvero così? E come sono stati quei mondiali?

Inizio col dire che erano i secondi mondiali di mtb marathon e sono stata molto soddisfatta. Il mio obiettivo era entrare nella top 10. La gara è stata molto lunga, 95 km, e presentava tanto dislivello, oltre 3 mila metri. Il percorso era tecnico e devo ammettere che l’ho gradito, il clima invece rendeva il terreno molto viscido e quindi complicato da gestire. È stato importante non perdere il treno, stando attaccata alle ruote delle avversarie. Sono stata in un gruppo per tutta la gara, facendo lo sprint finale e terminando nona.
Detto questo, non ho gradito le ipotesi della stampa nazionale. Fare marathon mi piace, ma non ho intenzione di passare da uno sport all’altro. Continuerò a rimanere nel mondo del triathlon.

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Visti gli impegni scolastici, mi concentro quasi esclusivamente sulle gare che si tengono durante le vacanze estive.

Durante una gara, lei passa dalla bici allo sci da fondo, oppure dalla corsa al nuoto. Come si riescono a gestire le energie e gli sforzi?

Ci vuole tanto allenamento e tanta esperienza. Una persona si prepara, studia i percorsi e sa a cosa va incontro. Se, ad esempio, la gara è super sprint, allora si dà il massimo fin dall’inizio, altrimenti ci si regola, tenendo in considerazione il dislivello da fare.

Com’è l’ambiente del mondo del triathlon? C’è una eccessiva competizione o invece si è solidali l’una con l’altra, visto l’immenso sforzo richiesto in gara?

Nel Xterra si è formato un bel gruppo tra donne e uomini. Certo, tutti comprendono la fatica degli avversari, ma in gara non si regala niente a nessuno, nemmeno un metro. Superata la linea del traguardo si sta bene insieme.

E con il team della Nazionale?

Vesto la maglia azzura da diversi anni. Conosco il team, i commissari tecnici e il presidente. C’è un ottimo rapporto.

Venendo alla gara di questa settimana, quali sono i suoi programmi?

Giovedì 21 ho lo short track, che durerà 40 minuti. È una gara fatta per dare spettacolo a chi ci guarda, infatti sarà disponibile anche su YouTube. Il 23 gareggerò nella gara lunga. Abbiamo tutte poco tempo per recuperare, ma penso che ci riusciremo.

Da giovani non è importante specializzarsi in un’unica disciplina

Contemporaneamente alle attività sportive, lavora come professoressa al Liceo Pedagogico in lingua tedesca di Brunico. Riesce a conciliare le due passioni?

Visti gli impegni scolastici, mi concentro quasi esclusivamente sulle gare che si tengono durante le vacanze estive. Le competizioni sulla neve le ho messe un po’ da parte, mi piacciono, ma sono impegnata a scuola con i miei studenti. Insegno educazione fisica.

Gli alunni sanno dei suoi successi sportivi? Porta mai le classi a provare triathlon?

Sono molto carini, mi fanno gli auguri prima delle gare. Ora che è iniziato l’anno scolastico e il clima lo permette, qualche classe la porto a correre all’aria aperta. D’inverno organizziamo la “giornata bianca”, e con le quarte andiamo a nuotare. Insomma, ho molte occasioni per portare la mia esperienza sportiva sul luogo di lavoro.

C’è un movimento giovanile nel triathlon?

Ci sono diversi ragazzi che si allenano: alcuni nel triathlon altri nel duathlon, ovvero corsa e ciclismo. Da giovani non è importante specializzarsi in un’unica disciplina, col tempo si capisce su cosa è meglio concentrarsi.