Marseille est un millefeuille
e quest'anno forse ancora di più, perché la città fondata nel 600 a.C. da coloni focesi, che ha resistito a lungo al potere di Luigi XIV, dove per la prima volta è stato intonato il canto che poi sarebbe diventato l'inno nazionale, la Marseillaise, la città del commissario Fabrizio Montale e della Cité radieuse di Le Corbusier, dove c'è pure un centro di reclutamento della Legione Straniera, l'ultimo porto in "zona libera", città di resistenza, di transito e di rifugio per intellettuali e artisti altrove perseguitati (tra gli altri Anna Seghers, W. Benjamin e i surrealisti), quest'anno è, assieme a Košice in Slovacchia, la capitale europea della cultura: MP2013!
Con un gioco di parole "une année capitale", perché questa città cosmopolita e meticcia che oggi conta 850.000 abitanti, questo luogo di immigrazione, di passaggio e di traduzione, (euro)mediterraneo, da sempre crocevia di scambi e traffici, legali e illegali, non ha mai avuto una buona reputazione, al contrario. La capitale della cultura vuole far dimenticare la "capitale della violenza e criminalità" ed essere un vero laboratorio sociale. (Fanno notizia e destano preoccupazione i 15 omicidi per regolamento di conti che si registrano dall'inizio dell'anno).
E adesso la città tenta il rilancio, puntando su cultura e turismo. Nel quadro di un ampio progetto di rinnovamento e di riqualificazione urbana il vecchio porto è stato risistemato e il traffico ridotto creando una sorta di agorà su o attorno all'acqua (in cui attira l'attenzione il "vezzo architettonico" dell'ombrière, la tettoia in inox specchiante). Nella baia, di fronte al mare, sul molo 4 sono sorti il MUCEM (museo delle civiltà d'Europa e del Mediterraneo) e la Villa Mediterranée. Un po' più in là, verso la cattedrale, il museo Regards de Provence e l'hangar J1. Sono stati chiamati architetti famosi. Il museo delle belle arti, nel palazzo Longchamp, è stato ristrutturato. Sono stati riaperti il castello di Borély con al suo interno il museo delle arti applicate, della ceramica e della moda e il rinnovato Museo della storia della città. Una metamorfosi o quasi una rivoluzione.
Anche il calendario delle varie iniziative è denso e ricco. E qui mi devo limitare a un elenco del tutto personale: Gli animali colorati del Funny zoo, dislocati in vari punti della città, danno una simpatica nota colorata. Oltre alla bella grande mostra Le Grand Atelier du Midi, su due sedi, Marsiglia e Aix, con numerosi capolavori, e una mostra collegata ad Aubagne con le ceramiche di Picasso, comprende percorsi urbani, iniziative collegate alla memoria storica (Ici-même con apposita segnaletica), convegni (tra cui Rencontres d'Averroès), mostre, spettacoli, e molte altre cose ancora (forse troppe, anche perché molte volte quasi indistinte) senza tralasciare il cibo e l'alimentazione. C'è poi anche lo sforzo di continuare il collegamento con l'altra riva del Mediterraneo, non solo con Camus e l'Algeria.
Il successo di pubblico (di abitanti e turisti) pare ci sia, almeno in parte, menre il ritorno economico meno. Nei giornali si legge spesso di un'operazione dispendiosa e deficitaria (a iniziare dalla cerimonia di apertura) e anche il rinnovamento urbano non mette d'accordo tutti (per alcuni il Vieux Port e le Panier sono stati snaturati).
Colei che scrive ha soprattutto notato e apprezzato lo sforzo che spera continui nel tempo. Dopo i fuochi d'artificio serve l'illuminazione stabile. La varietà è una ricchezza che però va consapevolmente gestita.