“Unibz sia aperta allo scambio d'idee”
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Fa ancora discutere la recente decisione dell’unibz di negare la tavola rotonda sul tema delle Olimpiadi 2026, proposta e promossa dall’associazione degli universitari sudtirolesi sh.asus. “Una decisione che poggia su una motivazione assurda, ossia che politica e università debbano viaggiare su due binari paralleli”, scrive in un comunicato Daniele Di Lucrezia, segretario dei Giovani Democratici, “Ma che cos'è l’università allora” se non un “luogo preposto all'istruzione e alla formazione della persona, dove si dovrebbe costruire quel pensiero critico che permette di affrontare scelte e decisioni personali e collettive?”.
Secondo i GD non serve allontanarsi molto dall’Alto Adige per avere esempi più virtuosi: “Basta volgere lo sguardo alla vicina e rinomata Università degli Studi di Trento per comprendere quanto sia importante organizzare eventi di questo tipo anche all'interno delle università, per stimolare il dialogo, il confronto e la formazione di un'idea personale sui temi di attualità”. Perciò la scelta dell’Unibz “è incomprensibile e, a tratti, inaccettabile. Da questa scaturisce inevitabilmente un quesito che il dibattito pubblico altoatesino deve affrontare: qual è il vero ruolo dell'università? Limitarsi esclusivamente all'insegnamento, o assumersi anche la responsabilità di formare cittadini e cittadine del mondo, con spirito critico e consapevolezza?”
Anche il “Team Future", la giovanile del Team K, si schiera a fianco della asus-sh nel chiedere a unibz una maggiore apertura verso eventi e dibattiti di attualità sociale e politica: “Un’università deve a nostro avviso essere una piattaforma di scambio di idee anche con e per la società civile e permettere soprattutto ai giovani di conoscere e partecipare nei dibattiti che hanno ripercussioni per il loro presente è futuro”, scrivono i giovani del Team K, “in passato lo stesso nostro membro Matthias Cologna organizzò varie volte da studente dei dibattiti fra politici, senza mai incorrere in veti da parte di unibz. Per questo motivo la scelta attuale di limitare iniziative di dibattito politico, senza distinguere fra iniziative politiche e partitiche, ci sembra controproducente”.
“Sosteniamo perciò la proposta dell'Asus-SH di prevedere in futuro una commissione interna ad unibz che valuti le richieste caso per caso e motivi eventualmente il diniego”, conclude il Team Future. -