Chronicle | Funzione pubblica

"Sanità, tutto fermo"

Cristina Masera (Cgil-Agb) denuncia lo stallo nell'attuazione del piano sanitario. “Lentezza enorme. Dal 2014 non ci sono passi concreti. Azienda unica solo sulla carta”.
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Foto: Fabio Petrini

Una lentezza «enorme e irragionevole». È quella con cui secondo Cristina Masera, segretaria generale della Funzione pubblica Cgil-Agb, in Alto Adige si sta dando attuazione alla riorganizzazione della sanità, prevista dalla legge e dal Piano provinciale per la salute. «Assistiamo – denuncia – a poche azioni, poco coerenti, più per tappare i buchi e non a una vera programmazione. Così si crea insicurezza negli operatori. Inoltre, senza l’istituzione del coordinamento dell’azienda sanitaria non si uniformano le prestazioni, in modo da dare ai cittadini gli stessi servizi ovunque abitino».Per prima cosa Masera riepiloga i fatti. «La prima bozza del progetto della indispensabile riforma sanitaria dell’Alto Adige porta la data del 2014 e con la sua presentazione al consiglio provinciale nel novembre dello stesso anno si intendeva conclusa la prima fase del processo, che serviva all’informazione, alla discussione e alla raccolta di proposte. Dobbiamo poi arrivare al novembre 2016 perché la giunta provinciale approvi con delibera il piano sanitario 2016-2020, che prudentemente si intende realizzare entro il 2020. Nel febbraio 2017 si arriva all’approvazione sempre in giunta delle modifiche ritenute necessarie alla legislazione vigente per dare gambe e slancio alla realizzazione del piano sanitario».

Una volta creati i presupposti per agire, nota la sindacalista, si pensava che le disposizioni potessero concretizzarsi con ritmo e velocità. Invece non è stato così. «In quel momento le speranze di vero cambiamento nella sanità altoatesina si fanno concrete e gli operatori iniziano a sperare per i pazienti e per se stessi di vedere una vera partenza del sistema: questo novembre diventa quindi un momento di bilancio, ma per ora possiamo dire che lo slancio è ancora da vedersi». A questo si aggiunge la questione dell’accorpamento dei servizi nell’azienda unica. «Non poco tempo fa – prosegue Masera – l’azienda sanitaria ha festeggiato pubblicamente i 10 anni della sua esistenza sulla carta e proprio questi festeggiamenti hanno dato corpo alla sua inconsistenza. L’azienda appare ancora come quinto elemento rispetto ai quattro comprensori e, per ora la riorganizzazione , quando c’è, appare ancora più come elemento aggiuntivo che come elemento semplificativo. Un esempio è l’assenza di una qualunque bozza di atto aziendale che dovrebbe essere approvata e prima dell’invio alla giunta, sottoposta alle organizzazioni sindacali, il tutto entro il 31 dicembre».

Masera sposta l’attenzione sulla governance. «Che dire poi della situazione dei vertici aziendali: assente il direttore amministrativo, il direttore sanitario provvisorio, l’unità organizzativa per il governo clinico che dovrebbe rappresentare la svolta per la riforma sanitaria non esiste ancora e nessuno è in grado di spiegare quando mai sarà attivata». La mancanza di passi concreti, conclude la segretaria della Funzione pubblica Cgil, lascia nell’incertezza l’intero settore nel quale lavorano 8.500 persone, di cui 1.000 sono medici. «La programmazione delle assunzioni si limita alla contingenza per sopperire al turnover e alle nuove esigenze di medici ed infermieri, ma non si vede un’analisi del fabbisogno di figure professionali in base al piano sanitario. Se da una parte, giustamente, è stata creata per legge la ripartizione della prevenzione, dall’altra è stata cassata dal Comitato di piano la possibilità di far partire in Claudiana il corso per assistenti sanitari, professionisti indispensabili per la prevenzione».
Infine c’è il tema del coordinamento sanitario in capo all’azienda, che ha il compito di predisporre la riorganizzazione della sanità ospedaliera. «Finora non è stato fatto nulla per istituire, come previsto dal piano provinciale, l’organismo che deve uniformare i servizi garantendo ai cittadini prestazioni simili ovunque abitino sul territorio».